Young singer/songwriter still sitting in limbo
Apparentemente clone della prima Norah Jones, Heather Greene gode di sufficiente autorevolezza sulla scena newyorchese per potersi permettere Bill Frisell al suo fianco che altro non fa se non proseguire quel percorso dedito al genere cosiddetto americana con una voce al fianco della sua cinematica sonorità chitarristica.
Si comincia con “Just that i needed” vecchio successo dei bostoniani Cars di Ric Ocasek che perde qui tutta la sua urgenza e viene letteralmente riscritta intorno all’intimità del setting sonoro e dell’interplay fra la Greene al piano e Frisell all’elettrica. Si prosegue poi con i brani originali, languide ballate spesso abbellite dal Tosca String Quartet, visti con Byrne e fra i favoriti della nuova scena dell’East Village. Pervade qui e lì un senso del volutamente incompiuto e quando ben disposto - come in “i wrote your name“ con l’ensemble che si aggomitola intorno alla pedal steel guitar di Jon Hyde - affascina. Non è però sempre così e ci sono momenti di dispersione resuscitati dalle scelte percussive di Tucker Martin, produttore del disco e - ci pare di capire - voce in capitolo ben chiara e presente sulle scelte d’orientamento generale. Mancano insomma i grandi pezzi a fare grande questo disco che avrebbe comunque delle evidenti velleità per l’indiscusso talento di Heather che devo comunque misurarsi su un terreno con molte contendenti.
Ernesto de Pascale
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Track list
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