Made in Italy: spine-tingling acoustic Blues, which, despite Angelo Rossi’s nickname, is crafted with great personality and authenticity. The happy peninsula could be too tight for an artist who is on par with many others hailing from the blessed lands of acoustic blues. Unvarnished, inky blues songs tainted with an infectious mood and edgy incisiveness: a real treat for connoisseurs.
Se trovare artisti originali nel panorama del Blues Italiano non é semplice, trovarne d’acustici può esser un’impresa proibitiva, indi una lode a tutti coloro che si cimentano in questo ardimento. Le ragioni sono come al solito molteplici ma impossibili da analizzare in una recensione, per cui ci limiteremo qui a parlare di Angelo Rossi detto “Leadbelly” alla sua terza opera, dopo un primo CD autoprodotto e Jump up songs, prodotto dal PopolodelBlues (PDB 011) nel 2000. Al primo ascolto di I don’t want to take nothing with me when I’m gone non Ti preoccupare Angelo che qui non ci lasciano niente si fa un pò sentire la mancanza di quell’immediatezza che Jump up songs possedeva, se non per il mero fatto che Angelo, nel 2000, era stato registrato nell’ambiente a lui più confacente ossia “on the road”, lui già leggendario per le sfuriate alla slide sulla Bum-chick, la chitarraccia che è anche il suo simbolo. L’impatto, si diceva, è meno forte e questo CD ha bisogno di qualche ascolto prima di rompere il ghiaccio, prima di rivelarsi eccellente, privo o quasi di difetti, con un sound che lavora come un trapano elettrico a bassa velocità. Blues acustico che s’insinua nelle pieghe della vita; i pezzi più riusciti, veramente eccellenti, sono “Broken Wheel”, “Flat Green Land”, “Don’t Shut Your door” e la finale “No More War”, un pezzo “pacifista” che non è, vivaddio, la solita nenia melensa cantata a soggetto. Il pezzo più ostico potrebbe esser “ Brother Wim Blues”, assai rarefatto, forse, come qualcuno ha argutamente notato, un tributo a Wim Wenders. La canzone meno originale, “Me and my Mule”, per via dell’uso del basso tuba, popolarizzato da Tom Waits. Ma son dettagli marginali: Angelo non scimmiotta nessuno, nemmeno la moda attuale delle Mississippi High Hills, coi cloni di Burnside che si moltiplicano a dismisura. Angelo è un musicista sommamente sincero e al tempo stesso raffinato, come i suoi Blues, e questa penisola gli sta maledettamente stretta. Splendida la copertina a 270 gradi, che potrebbe essere un bel poster, opera di Paola Cortelazzo. Un grande disco: bollino blu PDB’ choice.
Luca Lupoli
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Track list
Lost in Mississippi
Look at me
Broken wheel
I got to pay my bill
Me and my mule
Slowly stuff blues
Brother Wim blues
Flat green land
Cherry ball blues
Don’t shut your door
No more war
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