Elegante come l’autore, “Maremma” è il disco della consacrazione per Lello Pareti, contrabbasista straordinario, maremmano DOC.
Alla sua terra d’origine Pareti dedica un album completo in cui i compagni d’avventura sono scelti con puntiglio e precisione, quasi predestinati a ciò che Pareti chiede da dietro al suo strumento a quattro corde.
“Maremma” ha nobili intenti di rivalutazione del linguaggio popolare e della evoluzione del linguaggio stesso di una terra che offre sorprese costanti come l’intera raccolta in questione. Qui il gioco del presente, del passato e del futuro corre lieve per i 40 minuti e i 9 pezzi di un lavoro realizzato in soli tre gironi ma a lungo pensato da Lello Pareti.
“Maremma” richiama concettualmente capolavori come primo Liberation Music Orchestra di Charlie Haden ( un altro contrabbasista, non è un caso) o “ Latino America n.1” di Gato Barbieri; album che parlano della gente e lo fanno solo con le note in cui i leader creano un setting sonoro che esalta il solista.
Disco decisamente italiano - per la scelte delle melodie, delle armonie, dell’idea del jazz - “Maremma” è un lavoro solo apparentemente colto; Pareti, grande autore di melodie ha un debole per quelle lineari, chiare, ben espresse, precise (“Missing”, “Drost Nia“ dalle movenze cinematiche) e indirizza bene l’ensemble verso scelte che rispettino e coinvolgano gli ascoltatori.
In un disco in cui non si nota l’assenza della batteria si ascolti con attenzione l’utilizzo di Antonello Salis, immenso come e più che in altre occasioni, di Stefano Bollani, ben al di sopra di altre prestazioni ne “La Danza di Zoe”, di Stefano Cantini, che in “Infanzia” dimentica Shorter e torna anche lui a rivivere la sua provenienza così cara con note antiche, scelte per non interrompere la memoria.
“Maremma” è un disco che merita riconoscimenti significativi e rivitalizza termini come etno jazz, alzando metri di valutazione e termini di paragoni a un livello altissimo, il proprio.
Ernesto de Pascale
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Track list
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