The life of Robert Plant in his own songs.
‘Nine Lives’, Nove Vite. La carriera solista di Plant può essere descritta come una sorta di cammino spirituale durato 20 anni durante il quale il cantante è stato a contatto con tutte le sfumature della sua personalità. Un percorso a volte difficile, in salita, spesso minacciato dal passato tanto grande quanto opprimente, che lo ha portato solo apparentemente lontano dalle sue radici musicali per poi farlo ritornare alle origini con una nuova consapevolezza.
Robert Anthony Plant ha compiuto trentadue anni da pochi giorni quando il suo amico e compagno dai tempi della Band Of Joy, John Henry Bonham viene trovato morto a casa di James Patrick Page il 25 Settembre 1980. Il 4 dicembre dello stesso anno i Led Zeppelin cessano di esistere; per i tre superstiti inizia una nuova vita nella quale non potranno più contare l’uno sull’altro, né tanto meno su quell’entità suprema e magica - la musica - che insieme avevano suonato, la quale era svanita insieme a “Bonzo”. Tutti però sono decisi ad andare avanti ed a suonare.
Robert Plant è il primo a pubblicare un album a suo nome (e non una colonna sonora come Page e Jones) ed è anche colui che più degli altri due decide di spiazzare il pubblico: niente hard rock nei suoi primi dischi, ma un pop rock moderno e accattivante (‘Pictures At Eleven’, ‘The Principles Of Movement’ e ‘Shaken An’ Stirred’), che gli frutterà anche dei top single e dei passaggi video sulla neonata MTV. La parola vietata è ‘Zeppelin’; della storica band non si deve parlare né tanto meno aspettarsi brani nei concerti. Addirittura, il nostro preferirà non andare in tour, se non dopo la pubblicazione del secondo album solista così da avere sufficiente materiale nuovo da suonare. E’ singolare che anche Jimmy Page quando andrà in tour con Firm, opterà per non suonare i classici del dirigibile, forte della decisone condivisa anche dal cantante della band - Paul Rodgers - che non vuole cantare brani dei Bad Company e dei Free.
Solo sul finire degli anni ’80 Robert inizia a riavvicinarsi al repertorio dei Led Zeppelin grazie all’entusiasmo dei nuovi giovani musicisti che compongono la sua band ed anche perché fortemente irritato dall’operato di band come Kingdom Come di Lenny Wolf o Whitesnake del periodo di ‘1987’, che rispolverano in modo del tutto superficiale gli stilemi della formula musicale dei band del dirigibile. Sarà il successo del disco di David Coverdale con Jimmy Page a favorire in qualche modo la reunion del cantante con il “suo” chitarrista per ‘No Quarter’ e ‘Walking Into Clarskdale’.
Il debole ‘Now And Zen’, il più omogeneo ‘Manic Nirvana’ ed il bellissimo ‘Fate Of Nations’ sono il frutto di questo suo riavvicinamento ad uno stile compositivo estremamente eterogeneo che già con i Led Zeppelin aveva avuto modo di conoscere. L’hard rock di ‘Manic Nirvana’ pur con le sue concessioni all’uso di suoni più moderni rimanda, soprattutto dal vivo, all’irruenza di canzoni come ‘Immigrant Song ed ‘Heartbreaker’, mentre in ‘Fate Of The Nations’ sono le radici folk a prendere il sopravvento, per quello che si può definire come il ‘Led Zeppelin III’ della carriera solista di Plant.
Il cantante pare finalmente riappacificato con la musica del gruppo che lo ha fatto diventare un’icona del rock, ma questo non frena la voglia di riappropriarsi delle sue origini musicali: è in questo contesto che va inserita l’esperienza nei club con i Priory Of Bryon. Alcuni componenti della band sono ex Band Of Joy - il primo gruppo professionale di Plant nel quale suonava anche John Bonham - ed il materiale proposto dal vivo è composto da sole cover di Buffalo Springfield, Love, Neil Young, Them e traditional; in pratica, la musica della West Coast americana della seconda metà degli ani ’60, quella della sua prima adolescenza, che si può ascoltare nel secondo CD del suo doppio ‘Greatest Hits’, non inserito nel cofanetto.
I due anni on the road porteranno alla formazione di una nuova band, quella attuale, gli Strange Sensation, e di due album ‘Dreamland’ e ‘Mighty Rearranger’ nei quali questo viaggio a ritroso si completa e ci restituisce un artista finalmente capace di guardarsi allo specchio e di riconoscersi in tutte le sue sfaccettature, senza imbarazzi, né rimpianti. Finalmente, tutte le anime di Robert Plant sono tornate a convivere in un solo corpo ed una sola voce, una voce che continua ad emanare un fascino incredibile malgrado gli anni passati e che continuano a passare.
Jacopo Meille
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Track list
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