Jacques Higelin – Amor doloroso
(Emi)
www.jacqueshigelin.fr

Non lo conoscevamo assolutamente, eppure oltralpe c’è un signor musicista. E se come Popolo del Blues avevamo già fatto ammenda di aver scoperto tardi Arthur H, dobbiamo coprirci il capo di cenere una seconda volta per non esserci accorti di Jacques Higelin. Non per niente padre di Arthur H. Un uomo che quest’anno raggiungerà i suoi 67 e che è passato attraverso numerose esperienze musicali. A partire dall’orchestra jazz in cui suonava durante il servizio militare e alle esperienze con l’Art Ensemble of Chicago, al rock con il gruppo Téléphone, ai rapporti artistici con Georges Brassens e Boris Vian, alle esibizioni nei piccoli caffè-teatri incentrate sulle canzoni politiche. Una biografia personale e artistica con tanti episodi e che sfocia come approdo in questo album. Un disco che arriva dopo un personale tributo a Charles Trenet e un live e che raccoglie tante atmosfere diverse. Si va dal vaudeville allo swing, al rock, alla ballata, ma tutto dosato in modo sapiente. C’è la canzone francese tradizionale (Halloween), il ritmo (Prise de Bec), l’ironia (Ice Dream), il rap (Crocodaïl) un po’ d’America (Queue de paon, Je t’aime telle) La voce è profonda ma non roca e sostanzialmente molto melodica. Gli arrangiamenti mai sopra e righe con molti strumenti tradizionali, dagli archi al pianoforte acustico. I testi sono poesia vera, segno di una lunga consuetudine con la parola e la metrica. Questo è un cd da ascoltare interamente e che al tempo stesso lascia tante curiosità e quindi la voglia di tornare a godere ulteriormente di qualche traccia.
PS. Chi scrive deve ringraziare Lucio Morelli, musicista che il Popolo del Blues segue sempre con attenzione, che ha consigliato l’approccio a questo artista.

Michele Manzotti