Kate Campbell With Spooner Oldham - For the Living of These Days
(Large River Music)
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Un paio di anni fa, apprezzammo molto lo splendido Blues And Lamentations di Kate Campbell, che rivelò al grande pubblico tutta la sensibilità di questa grande artista capace come poche di saper incarnare a pieno le tante voci musicali del profondo Sud degli States. Il folk, il country, il soul ma anche il rock per lei non hanno mai avuto segreti, ma con tutta probabilità è il gospel la sua vera passione, dato che già nel 2000 con Wandering Strange ne aveva esplorato le intersezioni con il country. Idealmente il recentissimo For The Living Of These Days, raccoglie il testimone di quel lavoro e ne allarga gli orizzonti verso la tematica principale del gospel, ovvero le tematiche religiose. Fondamentale in questo senso la presenza di di Spooner Oldham, leggendario pianista e organista dall’esperienza immensa. Inciso nei mitici Muscle Shoals Studios, For The Living Of These Days raccoglie quattordici brani tra trational, cover eccellenti e composizioni originali, tutti arrangiati magistralmente con grande semplicità da Spooner Oldham, che si avvale di una scarna strumentazione rigorosamente acustica dove trovano posto il piano, l’Hammond e qualche pennellata di chitarra acustica. Splendono durante l’ascolto, l’iniziale Jesus Christ di Woody Guthrie, la bellissima Prayer Of Thomas Merton ripresa da Thoughts In Solitude un libro di preghiere del 1958 e God Of Grace And God Of Glory, dove si intrecciano magnificamente chitarra e organo. Tra le composizioni originali, di ottima fattura risultano la ballata If I Ever Get To Heaven, Dark Night Of The Soul, e il gospel When I Let Jesus Take My Hand co-firmata con Spooner Oldham. Sul finale risalta in modo particolare They Killed Him di Kris Kristofferson, che finalmente dopo la pessima versione originale e quella orrenda di Bob Dylan, sembra aver trovato qui la sua versione definitiva. For The Living Of These Days è un disco splendido realizzato con rigorosità e coerenza e siamo certi che contribuirà a garantire alla Campbell un posto speciale nella storia della musica americana.

Salvatore Esposito