Kreg Viesselman, after two albums released between 2000 and 2002, comes back with a new album titled The Pull that demonstrate his great from stripped-down folk-blues toward a warmer and richer blend of styles.
Taj Mahal ci ha visto giusto, quando ha espresso più di una parola di elogio per Kreg Viesselman, giovane cantautore dalla voce profonda e dal songwriting semplice che incrocia il gusto per la ballata folk al soul e ad accenni di world music in uno stile molto originale denso di pathos e grandi melodie. Viesselman, nativo del Minnesota, da tempo vive nel New England, dove si è fatto strada tra folk festival e tanti concerti nei locali della zona come il Cellar Door dove ha inciso dal vivo il suo album di debutto. Se il suo primo album in studio, Many Rivers del 2002, lo aveva segnalato come una sicura promessa del cantautorato americano, The Pull, il suo terzo disco è la conferma di tutto il suo grande talento. Inciso negli studi della Red Kits Records in Inghilterra, il disco vede la partecipazione tanto di alcuni suoi stretti collaboratori come il bassista Evan Reeves, del chitarrista John Williams e del pianista Eric Moon tanto di un quartetto d’archi e di una sezione di voci femminili ai controcanti. Rispetto a Many River all’epoca inciso in completa solitudine, a risaltare è sin da subito la maggiore completezza sonora delle canzoni, qui baciate da arrangiamenti che mettono in grande risalto la sua voce ed enfatizzano i tratti soul e blues del suo songwriting. Quella semplicità che è alla base delle sue canzoni, arricchita da tanti piccoli accorgimenti a livello sonoro si trasforma in qualcosa di assolutamente coinvolgente come dimostrano l’iniziale Saturday Night, un folk-rock d’altri tempi, o ancora la title track che non avrebbe sfigurato assolutamente in uno dei dischi del primo Joe Cocker, colorata com’è di gospel e afflati southern. All’ascolto il disco, non appare mai avaro di emozioni, tanto nei momenti più riflessivi come Sorrow o The Busker ma anche nelle divagazioni sonore nella world music come la trascinante The Man Without a Care, travolgente ballad in cui brilla la kora e dalla voce di Boubacar Diébaté. Momenti di rara intensità li riservano inoltre Honey of the Vine, Everybody Throws You Away Louise, caratterizzata da uno splendido quartetto d’archi e la commovente preghiera corale Lonely People. Finale di assoluto pregio con la melodia in fingerkeeping di Share Croppers, quasi a voler stabilire un contatto con il suo conteraneo più famoso: Bob Dylan. The Pull merita di essere ascoltato fin nelle sue più profonde sfumature e senza dubbio è la prima sorpresa di questo 2007.
Salvatore Esposito
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Track list
Saturday Night
Aileen
Honey of the Vine
The Man Without a Care
The Pull
Sorrow
High Times & Low Times
(Everybody Throws You Away) Louise
The Busker
Northstar and the Drinking Gourd
Share Croppers
Lonely People
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