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Marco Paolini & Mercanti di Liquore
6 gennaio 2009, Teatro Argentina - Roma

A riflessive night beetween songs and teathre, about the fall of the new economy.
Miserabili è il titolo del nuovo lavoro discografico che vede per la seconda volta fianco a fianco l’attore Marco Paolini e i sempre bravissimi Mercanti di Liquore, trio nato con lo spirito di una tribute band per Fabrizio De Andrè e diventata una delle realtà più interessanti della scena musicale Italiana. Apprezzato da pubblico e critica, il disco ha visto la sua naturale evoluzione in un lungo tour attraverso la penisola, così come accadde con Sputi a cui seguì la lunga serie di repliche dello spettacolo di Song 32.



Miserabili – Io e Margaret Thatcher, questo il titolo della nuova messa in scena, ricalca la formula del precedente, ciò che è cambiato è l’approccio di Marco Paolini e dei Mercanti di Liquore entrambi più liberi dal punto di vista tanto espressivo quando musiale. L’evoluzione rispetto al passato c’è stata, è come se gli ingredienti di un piatto buonissimo fossero stati rimescolati per dar vita ad una nuova ricetta ancor più succulenta, ancorchè leggermente piccante. La particolare formula dello spettacolo messo in scena da Paolini e i Mercanti vede questi ultimi impegnati ad inframezzare i monologhi dell’attore veneto con interventi musicali di grande livello compositivo e cantautorale. Ad aprire lo spettacolo da noi seguito al Teatro Argentina in Roma, lo scorso 6 gennaio, è stato lo stesso Paolini con un lungo monologo fuori programma, iniziato ben prima dello spettacolo quando in sala c’erano ancora pochissime persone.



L’attore veneto con molta naturalezza, è salito sul palco è sceso dal proscenio e rassicurando il pubblico sul fatto che il concerto non era ancora cominciato si è immerso in un lungo monologo, a tratti drammatico ma molto spesso pungente e sarcastico, in cui partendo da una semplicissima lista della spesa ha dato inizio ad un analisi durissima del sistema economico attuale aprendo uno spaccato assolutamente disilluso in cui racconta la situazione attuale della nostra nazione. Vestiti di tutto punto e con tanto di tuba in testa, entrano poi i Mercanti di Liquore, ovvero Lorenzo Monguzzi, Piero Mucilli, Simone Spreafico, che davanti ad un tavolo imbandito imbandito a festa imbracciano i loro strumenti e danno inizio al viaggio nel tempo attraverso vent’anni di storia recente.



Laddove i Mercanti ci mettono le loro canzoni, Paolini ci mette il cuore e le parole, li accompagna al canto, si sbatte, corre sul palco con una piccola bicicletta. È un fiume in piena tra canzoni e monologhi con questi ultimi che partono da esperienze autobiografiche, da storie della sua infanzia, del suo piccolo paese, per allargarsi ai grandi temi dell’economia globale. In questa sorta di continua rincorsa tra particolare ed universale, si attraversa la storia degl’ultimi vent’anni partendo dal modello neo-liberista della ex premier inglese Margaret Thatcher, per finire alla catastrofe economica di qualche mese fa. Nel mezzo ci stanno riferimenti letterari al romanzo francese I Miserabili di Victor Hugo, canzoni come la ballata di Angelino, o ancora il dialogo immaginario con Margaret Thatcher, che nel 1979 rappresentò la risposta occidentale alla svolta conservatrice dell’oriente che vedeva l’ascesa di Komeini, dopo la cacciata dello Scià di Persia. Non mancano numerosi riferimenti al presente con il triste racconto di un incidente sul lavoro o di una ragazza che decide di arruolarsi nell’Esercito e di andare in missione all’estero. Finito lo spettacolo guardandosi intorno si vede la gente che commenta, che parla e che arriva anche a dialogare animatamente dei temi dello spettacolo, è un segno importante o un illusione? Poco importa. Certo è che Paolini e Mercanti battendo il sentiero e la breccia aperta da Gaber, sembrano averne ereditato lo spirito che più volte nel corso della serata è stato evocato.

Salvatore Esposito

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