Multiple pianos for better listening times
Pianos multiples pour temps meilleurs
Il linguaggio della musica pianistica come il linguaggio dell'uomo, con le sue variazioni di tono e di carattere. Una tesi molto affascinante alla base di un progetto i cui risutati sono altrettanto affascinanti. Merito del pianista francese Andy Emler e del suo For better times dove la composizione non assomiglia un movimento di musica classica o un'improvvisazione jazzistica, o forse lo è tutte e due ma incanalata in un'idea, in una descrizione di uno stato d'animo o di più stati d'animo relazionati tra loro stessi. Ed ecco che se più persone parlano insieme anche più pianoforti possono e devono farlo. Le composizioni di Emler (tranne Father and son di Peter Gabriel) sono legate insieme in una suite complessa, anzi "un'opera orchestrale per piano multipli" dove sovrapposizioni e sovraincisioni danno a For better times una grande potenza sonora che non dimentica però momenti più lirici. Il brano ispirato all'amore Fear no more, suffer no more ne è un esempio con i continui cambiamenti di tempo e un finale che ha la stessa solennità di un corale luterano. O le baruffe pianistiche di Crouch, touch, engage, litigio tra cittadini e politici con una forte base percussiva nelle note basse e il messaggio più ottimista di Let's create together originato da veloci figurazioni melodiche contrappuntate che simboleggiano pareri di persone diverse che provano poi a raggiungere un'unica direzione. Un disco che fa piacere ascoltare e che fa riflettere al tempo stesso, senza la necessità di parole.
Michele Manzotti
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There's only one piano left in this world
Fear no more, suffer no more
Crouch, touch, engage
Father and son
Speak up! Tribune for better times
Let's create together
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