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Nathan Moore - In His Own Worlds
(Frogville)
www.nathanmoore.org

Wonderful discovery, watch out for this great record. Moore's songwriting is a combination of his intensity with the unpretentious mastery of language, literary depth, sardonic humor, incisive insight and unflinching honesty

Pensi non sia nessuno Nathan Moore e poi scopri che il 39 enne cantautore ha all’attivo molti album e una band The MuseMeant nata scomparsa e rinata che vuol dire qualcosa nel panorama della musica indie americana.Descritto come “a sad man playing in a jam band, looking for the happy melody, in a minor key", Nathan Moore è indicato per la sua voce influenzato largamente da Dyla, Waits, Bukowski, Cohen e anni e anni di viaggio. Giunto al settimo album “In His Own Worlds”, Moore dimostra qualità da vendere. L’etichetta per cui incide, Frogville con sede a Santa Fe, New Mexico, devi qualcosa a Nathan che la ha aiutata a nascere e l’atmosfera conviviale rende l’album come un interessante esperimento che avvicina Moore a certi cantautori dei settanta, a un John Prine più corroborato, a un Jerry Jeff Walker più intimista e musicale, a un Don Mc Lean meno commerciale ( la conclusiva Maybe some Day). Piacevole scoperta, Moore appartiene a quella categoria di artisti che forse non arriverò mai da questa parte dell’Oceano e che costituisce fonte di immaginazione per molti appassionati del genere. Si ascoltino Wheel a Woman e So Close to Dream che rimanda al Dylan di Desire per capire altre influenze come il migliore Cohen, il primo Elliott Murphy.
Correte a cercare l’album.

Ernesto de Pascale

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