Eddie Cole is a young and talented songwriter from Monbulk with two albums in his career. “It’s The Apocalypse, Baby” is his new album and shares influences that go from John Renbourn to John Martyn. A good Surprise.
Eddie Cole è un giovane cantautore australiano di Monbulk con all’attivo due dischi autoprodotti e una lunga gavetta passata tra Londra e la sua terra, dove di recente è tornato per registrare il suo nuovo album, Is The Apocalypse, Baby. Il songwriting di Cole vede nel brit-folk dei Fairport Convention, dei Pentangle e di Richard Thompson la sua principale ispirazione ma non mancano echi di John Martyn e sfumature pop. I brani vedono protagonista sempre la chitarra acustica dell’australiano accompagnata da qualche rifinitura di archi e sostenuta dal basso di Michael Arvanitakis. Il disco si apre con Lay Down In The Dust una folk song intimista che svela un forte impatto poetico, sulla stessa scia viaggiano Nothing Comes For Free dove si ascoltano echi dei Pentangle e di Donovan, l’orchestrale Maria e le dolci ballate Where My Treasure Lies e Like Fur Elise. Il disco non è però avaro di sorprese come nel caso di Honey che ci porta dritto all’Elvis Costello più pop o Shall I Count The Ways che richiama direttamente Ryan Adams. I brani più originali senza dubbio però sono Trouble Of The World con la chitarra spanish in bella evidenza, il blues di Easy Does It e il country ciondolante di Sitting Alone At a Table For Two. Sul finale delude un po’ Shadowland, che con il suo andamento melenso spegne un po’ l’ispirazione, ma è solo un dettagli, per il resto questo Is The Apocalypse, Baby è una delle prime belle novità di quest’anno.
Salvatore Esposito
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1 Lay Down the Dust
2 Maria
3 Rusty Shack
4 Nothing Comes for Free
5 Honey
6 Where My Treasure Lies
7 Shall I Count the Ways
8 Trouble of the World
9 Like Fur Elise
10 Easy Does It
11 Over and Over
12 Sitting Alone At a Table for Two
13 Shadowlands |