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Marianne Faithfull - Easy come, easy go
(Naive Records)
www.mariannefaithfull.org.uk

La musica viene e va, come la vita.

Music, as life, come and go.

Marianne Faithfull e il produttore Hal Willner tornano a collaborare, come un regista con la sua Musa, a vent’anni di distanza da “Strange Weather”, per un omaggio alla migliore American Music, jazz, musical, folk, blues, country, rock del XXI secolo; Easy come Easy go è uscito come cofanetto con opzione doppio cd, più Dvd confezionato dal celebre Jean-Baptiste Mondino.
In copertina, Mondino ritrae Marianne bionda e sopravvissuta che canta, in black & white, davanti a un vecchio microfono vintage , al Sear Studio di New York, storico studio di registrazione, il piu’ vecchio della Grande Mela. L’icona esistenzialista del rock, voce dolente, sporca, a tratti fuori tono, rende omaggio alle canzoni insieme a ospiti stellari, da Nick Cave a Cat Power, da Antony a Sean Lennon.
I musicisti che han preso parte al progetto sono, a parte Barry Reynolds con Marianne dagli anni Settanta, Greg Cohen, Jim White e il virtuoso Marc Ribot alla chitarra.
IL risultato finale è un Tribute album perfetto, forse talmente pulito e rigoroso da risultare appena un po’ rigido, ma con un indubbio fascino fuori dal tempo.
Fra le diciotto tracce di grande classe, spiccano alcuni brani decisamente emozionanti: Down from Dover, originariamente di Dolly Parton, brano country che si trasforma, complici un contrabbasso e una chitarra misteriosi e implacabili, in un pezzo quasi rythm&blues; Oh baby baby, di Smokey Robinson and the Miracles, in cui Antony guest star e quattro sax rendono onirico e dilatato un bellissimo pezzo soul; Children of Stone, dei folk psichedelici Espers, che in questa versione acquista uno spessore malinconico e languido; In Germany before the war, brano di R.Newman del 77 ispirato al Metropolis di Fritz Lang, ideale per l’interpretazione dark e minatoria della Faithfull, amante anche delle atmosfere rock-espressionistiche di Black Cofee, di Sarah Vaughan. Sing me back home è un omaggio al passato personale dell’interprete, qui ricongiunta a Keith Richards dei “suoi” Stones per un duetto che bisbiglia “fai rivivere i miei vecchi ricordi, portami via e indietro con gli anni, riportami a casa con una canzone, prima che io muoia”. In questo album la nostalgia e il ricordo sono stemperati dal titolo, ispirato all’omonimo brano di Bessie Smith, che incasella la malinconia in una cornice musicale leggera, nonchalante, in cui appunto tutto va e viene, intessuto attorno al fulcro della voce inimitabile della cantante. Una voce a tratti tenera e ancora viva, a tratti morente e vecchia, esangue come lo è stata Marianne nell’ultimo difficile anno, che delinea, come vetriolo, i tratti esagerati di una vita alla massima potenza.

Roberta Guiducci

Down From Dover
Hold On, Hold On
Solitude
The Crane Wife
Easy Come, Easy Go
Children Of Stone
How Many Worlds
In Germany Before The War
Sing Me Back Home
Ooh Baby Baby
Salvation
Black Coffee
The Phoenix
Dear God Please Help Me
Kimbie
Many Mile To A Freedom
Somewhere (A Place For Us)
Flandyke Shore

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