A brave Italian duo plays the Blues in the Sonny Terry and Brown McGhee tradition.
Si può esser solo coraggiosi a voler suonare il Blues in duo acustico chitarra e armonica perchè se da un lato si rimonta al periodo più bello del Blues quello puro degl’avi direbbe qualcuno dall’altro i modelli sono spietatamente irraggiungibili. Da Sonny Terry e Brown McGhee, probabilmente il meglio che la musica afro-americana abbia mai prodotto, al Blues acustico urbano di Satan e Adam passando per Chepas e Wiggins, Riley e Corritore e un’altra pattuglia di artisti sopraffini, Marco Carraro e Fabrizio Soldà potrebbero anche passare per due arroganti esaltati. E invece no, perchè con un paio d’aggiustamenti ossia una produzione degna di tal nome e un cantante vero, questo North-East Blues sarebbe potuto esser un disco eccellente. Il suono piatto forse rappresenta una scelta per dare una mano di vintage, ma purtroppo installa anche una certa monotonia che rende l’ascolto un filino pesante per i nonfanatici del genere. Mancano gl’attacchi fulminanti di Terry e McGhee, il groove nervoso di Satan e Adam, mentre si sente chiaramente uno sforzo di ricerca non indifferente, una musicalità compiuta e buone capacità tecniche. I fondamentali ci sono dunque: l’importante è riuscire a crescere dentro una tradizione senza diventarne progionieri, osare dove non si è mai pensato di farlo. La musica italiana ha bisogno di gente come Carraro e Soldà, gente che pensa alla musica prima e ai fronzoli dopo. Sperando che promoters e organizzatori assortiti non dimentichino questo coraggioso duo, non possiamo che augurargli migliori fortune che potranno solo esser il risultato di duro studio e lavoro. Un plauso supplementare per lo sconfinamento nel sociale.
Luca Lupoli
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