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SpazioMusicaSpazioBruno


Daniela Morani è una donna infaticabile. In poco meno di due anni ha raccolto i pensieri di tutti per il suo Bruno.
Quello che segue è il mio contributo a “SpazioMusicaSpazioBruno” un volume di sopravvivenza e di militanza.
Il 22 Gennaio la andiamo a trovare di persona con Hypnodance, al loro covo, lo Spazio Musica di Pavia, per l’appunto.
Per continuare a percorre la stessa strada
E.d.P.


Prima mi guarda fisso negli occhi, poi scruta in tutte le sue parti la copertina del cd che ha in mano, poi mi riguarda negli occhi ed esclama “ E’ una cacata!” affidandomi l’oggetto che da quel momento in poi brucia scotta.
Ecco Bruno: chiaro, preciso, specifico, assolutamente di parte. Cioè il contrario dell’Italia di oggi. La sua personalità occupa una stanza. Ecco perchè, penso io, si è fatto un club a sua misura a e a misura per la dolce Daniela. Anche lei, come Bruno, chiara, precisa, specifica, assolutamente di parte. E fanno due !, penso. Se diventano tre una volta si sarebbe chiamata adunata sediziosa... E quante di adunate sediziose attorno a quel bel tavolo di casa prima dei concerti; adunate che mi hanno fatto immaginare l’Italia contadina di una volta che – come diceva il grande scrittore grossetano Luciano Bianciardi ( un anarchico, perdio!, e per di più emigrato a Milano) – il dopoguerra e gli americani ci avevano portato via ubriacandoci di modernità.
Bruno, quegli stessi americani, o i figli di, li bastonava, eccome!, intorno a quello stesso tavolo. E loro zitti,lì, a testa bassa, a tirar fuori quel poco di cultura che hanno. E loro zitti,lì, a testa bassa, ad ascoltare i comizi, le arringhe, le prediche, la sua verità. E a suonar bene come in pochi altri posti al mondo per non far cattiva figura...
Sto bene, caro Bruno, a scrivere di te... ho rivisto una video cassetta poche settimane fa: c’eravamo noi a suonare.Al termine del concerto non se ne va nessuno e arrivi tu. Parli, rimproveri, correggi, prendi per il culo. Mi dici non avevi mai visto il Che avere un “faccione “ così grosso su una magliatta indossata da qualcuno. E concludi. Solo allora la gente defluisce, in un attimo.
Sai Bruno, non sono in tanti quelli che li tengono agganciati fino all’ultimo; pensa ai politici, alla televisione, a tutto il resto.
Allora ho pensato che la gente era lì per te, non per noi.
E ho pensato che anche noi eravamo lì per te e per la tua Daniela.
Caro Bruno, thanks for the dinner!



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