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Fairport Convention: Over The Next Hill
(Matty Grooves Records)
www.fairportconvention.co.uk



Squadra che vince non si cambia. Nonostante tutto. Non vi vogliamo portare fuori strada con queste due frasi, ma innanzitutto è innegabile che c’è una soluzione di continuità degli ultimi anni dei Fairport Convention (che hanno conosciuto altri tempi e altra ispirazione, ma non sono i soli) con la formazione a 5, che comprende Simon Nicol, Dave Pegg, Gerry Conway, Ric Sanders e Chris Leslie. Così come è innegabile che un avvenimento privato ha segnato anche in parte la vicenda del gruppo come il divorzio tra Pegg e la moglie Christine, che ha portato all’abbandono del marchio Woodwoorm Records, e che mette un punto interrogativo sul Festival di Cropredy (tradizionale appuntamento di Fairport e gruppi amici nell’Oxfordshire con la presenza di migliaia di spettatori) dove la signora Pegg aveva un ruolo importante. Venendo al disco in studio è da sottolineare che come atmosfera tende a nomn discostarsi troppo dai precedenti The wood and the Wire e XXXV come atmosfera. Chris Leslie, l’acquisto più recente del gruppo, forse non è il migliore mnusicsta dei Fairport in tutti questi anni, ma è stato l’uomo giusto al momento giusto. E’ compositore, violinista (mitici i suoi duetti dal vivo con Ric Sanders), chitarrista, mandolinista e soprattutto cantante. In questa veste è più presente del passato, grazie alla maggiore freschezza rispetto al vecchio leone Nicol che pure ci regala a tratti la sua voce particolarissima. Leslie ha una grande vocazione alla melodia, guarda all'America oltre che in Inghilterra come nella migliore tradizione dei primi Fairport. Peccato che alla fine sia un po’ meno ispirato tanto da non avere la forza di portare il disco tutto sulle sue spalle da solo. I colleghi indubbiamente fanno un buon lavoro come sempre del resto, ma tracci adopo traccia sembra sia una dimostrazione di grande mestiere e niente più. Forse c’era da dare a Leslie una cambiale in bianco per trovare un nuovo modo di intendere il suono Fairport. Ma allora questo non può non essere che un album di passaggio in attesa che qualcosa si assesti. Godiamoci comunque brani come The Fossil Hunter, Willow Creek, gli strumentali di Ric Sanders (nato con il violino in mano), Westward di Julie Matthews. E versiamo lacrime di commozione per la riproposta finale di Si tu dois partir, il Dylan in francese che fa parte della storia del gruppo.


Michele Manzotti

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