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Sodastream
Sintetika, 23 novembre 2006
Il locale è pieno quando alle 23.30 passate gli australiani Karl Smith e Pete Cohen fanno il loro ingresso sul palco blu del Sintetika, il nuovo locale per la musica di Firenze, che ricorda molto quello immortalato nella foto di copertina di ‘Genesis Live’. Il pubblico è equamente diviso tra fan e curiosi: i primi sono già tutti seduti per terra, perché sanno o si immaginano che tipo di concerto aspettarsi, gli altri sono in piedi nelle retrovie, vicino al bar a “supervisionare”. Per i Sodastream infatti, la critica non ha esitato a tessere lodi e aggettivi superlativi per i loro quattro album ed i numerosi ep pubblicati dal 1997 fino al recente ‘Reservations’, distribuito da Audioglobe e presente in tuttele playlist dei giornali alternativi che contano.
Il duo inizia sfiorando le corde dei loro strumenti: una chitarra acustica dal suono legnoso e metallico, un contrabbasso che domina le frequenze con le sue note lunghe e la voce è rigorosamente flebile e sussurrata. Lo stanzone del Sintetika è in un primo momento rapito da questa “non aggressione” sonora, come intimorito; il brusio si spegne lentamente e tutti, o quasi, ascoltano. I pezzi si susseguono uno dopo l’altro, creando un continuum musicale spezzato solo in pochi momenti da suoni diversi come quelli creati dal Theremin “stimolato” dall’archetto di violino di Cohen, o i rari arpeggi di Smith che rompono il monotono accompagnamento per accordi.
La musica dei Sodastream prosegue eterea, leggera e pesante al tempo stesso, fragile eppura definita, giocata come è su un minimalismo ritmico e sonoro che non permette sbavature, divendo più un sottofondo musicale, e palesando il suo limite: la non volontà a uscire dagli schemi, dalle regole ormai già codificate di questo genere dimesso e confidenziale.
Questa è musica da scoltare nell’intimità di una casa, la propria, magari in cucina, possibilmente di mattina, quando, reduci da una notte di bagordi, desideriamo solo bere il nostro caffelatte con i biscotti avendo un sottofondo musicale per saggiare il grado del nostro mal di testa.
Jacopo Meille
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