A new way to be songwriter
Jarvis Cocker è il classico esempio di musicista e compositore a cui il gruppo di cui fa parte (in questo caso i Pulp) alla fine sta stretto. La dimensione solista alla fine è quella che gli permette di esprimersi al meglio seguendo progetti paralleli, tanto che l’avevamo già incontrato quest’anno come autore di brani dell’album di Charlotte Gainsbourg. Questo album solo d'esordio (tra i musicisti anche il compagno nei Pulp Steve Mackey) è di grande interesse perché Cocker è uno che sa guardare avanti innestato in una tradizione ben precisa come quella britannica. Come se gli anni ’60 e il 2000 si fossero fusi insieme, a partire da Black Magic in cui echeggiano sonorità alla Who o Heavy Weather dove vengono in mente i Kinks. In pratica la semplicità di un brano (puntare dritto all’ascolto, senza perdere di vista la qualità) è arricchita da una sensibilità timbrica moderna. Proprio in questo album, Cocker ha sviluppato una particolare propensione alla melodia, senza rinunciare alle varie alchimie strumentali tra suoni acustici, elettrici e campionamenti. Fatto sta che alla fine viene fuori un album disomogeneo ma alla fine ben riuscito. Prendiamo come esempio la parte centrale: Baby’s come Back to Me è una splendida ballata post-moderna, Fat Chidren è un rock’n’roll degno di questo nome, From Auschwitz to Ispwich potrebbe essere stata scritta da Paul McCartney se fosse nato 40 anni dopo. Per questo l’album è vivamente consigliato a chi crede non sia più possibile pensare alla canzone d’autore in un paese stravolto da anni di Rock’n’roll. Ed è anche consigliato a chi vuole semplicemente passare un’ora a sentire belle canzoni.
Michele Manzotti
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Track list
The Loss Adjuster (Excerpt 1)
Don’t Let Him Waste Your Time
Black Magic
Heavy Weather
I Will Kill Again
Baby’s Coming Back to Me
Fat Children
From Auschwitz to Ipswich
Disney Time
Tonite
Big Julie
The Loss Adjuster (Excerpt 2)
Quantum Theory
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