Pure Prairie League has been known during seventies as a group with a mastery of rootsy country rock sounds. They prove it again with a great collection of new songs with same rich and mellow country sounds. All In Good Time is their first new album since 1981 and features a reunion of original band member Craig Fuller with Mike Reilly, Curtis Wright, Rick Schell, and Fats Kaplin.

Dopo venticinque anni, tornano sulle scene i Pure Prairie League, apprezzata band dell’epopea country-rock tra gl’anni settanta e gli inizi degl’anni ottanta. Non si sentiva parlare di loro da quel Something in the Night datato 1981 ed è senza dubbio una grande sorpresa ritrovarli nella loro formazione originale guidata dalla voce e dalla chitarra di Craig Fuller e composta da Mike Reilly (basso), Curtis Wright (chitarre), Rick Schell (batteria) e dal talentuso polistrumentista Fats Kaplin. Contro ogni previsione, questo All In Good Time offre dodici splendidi brani in puro stile country-rock suonato e cantato con la stessa passione di trent’anni fa. Per i Pure Prairie League il tempo sembra essersi fermato e nonostante i tanti anni sembrano non aver mai perso il feeling che li tenne insieme più di un decennio negl’anni settanta. Pubblicato da una piccolissima etichetta indipendente la Drifter’s Church e prodotto da Mike Reilly e Craig Fuller, All In Good Time, si è guadagnato già numerosi apprezzamenti sia da parte del pubblico sia da parte della critica che non ha esitato nel definirlo uno dei migliori “come back album” di quest’anno. Composto quasi interamente da brani composti da Craig Fuller, il disco spazia da brani di puro country rock come l’iniziale Gettin’ Over You e Walking In My Sleep, a ballate folkie appassionate (Sure Do Miss You Now e Here Tomorrow) fino ad incrociare il rock in più di un episodio (Don’t Go Confessing Your Love e Nothing Like The Lonely). Il meglio arriva però con la splendida resa di Cajun Girl dei Little Feat che apre alla bellissima chiusura di The Cost Of Doing Business, una ballata acustica a cuore a perto cantata magnificamente da Craig Fuller. Valore aggiunto del disco è senza dubbio la presenza del talentuoso Fats Kaplin che con i suoi strumenti (pedal steel, mandolino, accordino e violino) colora più di un brano cesellando atmosfere di rara intensità. Chiude definitivamente il disco una bellissima versione dal vivo di If You Could Say What I’m Thinking, inserita come bonus track finale. All In Good Time, è un tuffo nel passato e non potrà non commuovere tutti coloro che hanno amato il sound del country rock degl’anni settanta. Il passato è tornato, speriamo decida di restare a lungo.

Salvatore Esposito