Welcome to Rickie Lee Jones mind’s dark room’s blind date; are you ready with the right attitude to all of this ?
Che strano disco “Sermon on Exposition Bolevard”: sgangherato, complicato come Rickie Lee Jones, creativo e arido allo stesso tempo, un album in cui l’artista cerca nuove strade ma pare restia a lasciare le vecchie. Molto di esso ha il sapore della blind date in una musical dark room e, se pur vi convincerà per partito preso, tornare indietro al secondo ascolto non sarà un gioco scontato ma una vostra precisa scelta.
Per “Sermon on Exposition Boulevard” la 52enne artista chicagoana, adottiva di Los Angeles al suo 13esimo album, cerca e trova, come altre volte in passato, un partner musicale, addirittura due: il pittore ed artista Lee Cantelon e il musicista dalle matrice rock e post rock Peter Atanasoff.
La Jones, incurante - e questo ci piace - della sua storia e del suo passato inizia nel 2005, con loro come paracadute, a lanciarsi in sermoni e prose che, pur mettendo da una parte un iniziale altro progetto dei due, diventeranno il cuore di questo “Sermon on Exposition Boulverd”, Culver City( postaccio!), South L.A.
Ecco allora apparire all’orizzonte nelle tredici canzoni di “Sermon on Exposition Boulevard” la decadenza in atto di Los Angeles più ancora che a Hollywood, quella disposizione a squallore e oblio downtown che riemerge in “I Was There“, il brano più simile alla Jones di una volta, nella tesa “Gethsemane”, nella intensa psichedelia acustica di “ road To Emmaus“ che potrebbe essere uscito da “The Cycle is Complete“ di Bruce Palmer( Buffalo Springfield). Rickie Lee tiene forti le redini della sua carriera (il recensore ritiene che la ragazza sappia di essere una gran spacca palle...); onore al suo sforzo compositivo generale, sforzo verboso e doloroso qui e lì (“Donkey Ride“ ottima per “Trout Mask Replica“ di Capitano Cuore di Bue, un po’ meno qui), liricamente struggente come quando in “Where I Like The Best” la Jones combatte letteralmente con il basso di Mick Watt, dolente come nella chiusura già citata di “I Was There”.
Chi scrive ammette di aver pensato di Rickie Lee Jones fin dai giorni di “Chuck E’s in love“ di trovarsi davanti a una bionda chanteuse mai in grado di fare bene da sola ma sempre con/grazie ad altri, pur volendo mantenere egoisticamente la sua totale indipendenza. Queste sono riflessioni intuitive, di pelle, basate su un veloce quanto profondo incontro molti anni fa, ma consolidatesi negli anni. Eppure in “Sermon on Exposition Boulevard” questa dicotomia riappare quando l’album traghetta da un produttore all’altro per riapparire nelle mani di Rob Schnapf. Delirio quotidiano e redemption songs fanno quindi di “Sermon of Exposition Boulevard” l’album più controverso dell’inizio del 2007 (è giusto sottolineare per chi legge che questa recensione è dell’otto gennaio duemilasette...).
In fondo ai 53 minuti di “The Sermon on Exposition Boulevard“ ti scopri un po’ spiazzato, interdetto:sei stanco ma non sai perché, visto che la strada percorsa era stata tutta in pianura e che la conoscevi bene. Poi la verità viene, naturalmente a galla. Lei è la solita Rickie Lee Jones: controversa, spirituale, disperata, euforica, depressa. E’ solo il mondo intorno a lei che è cambiato prendere o lasciare o ricominciare, dolorosamente, da capo.
Ernesto de Pascale
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Track list
Disc: 1
1. Nobody Knows My Name
2. Gethsemane
3. Falling Up
4. Lamp Of My Body
5. It Hurts
6. Where I Like It Best
7. Tried To Be A Man
8. Circle In The Sand
9. Donkey Ride
10. 7th Day
11. Elvis Cadillac
12. Road To Emmaus
13. I Was There
Disc: 2
1. How It All Began
2. Turn It Down
3. Late Night Song
4. Threat Of The Bomb
5. Tried To Be A Man
6. The Mystery Box
7. It Hurts
8. I Have Another Day
9. Caught Me In It's Ray
10. Haven't Had Anything To Eat Today
11. I Was There
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