Weed Patch are a Los Angeles based alt-country band that combines Paisley Underground, dark portents of Workingman’s Dead, dream pop of Athens in a great mix of influences that remind us Wilco and Sparklehorse.
Strana la storia dei Weed Patch, band partorita dalla mente di un cantautore losangelino, tale Neal Weiss che dal nulla nel 2003 tirò fuori dal suo cilindro di fantasia rock, questa band e un relativo album di debutto dal titolo Maybe The Brakes Will Fail. Il disco fu acclamatissimo tanto da ricevere una nomination per gli LA Weekly Music Award e diversi passaggi in radio alla BBC, che non esitò a spendere ogni tipo di lode. Le cose però, come era prevedibile, si arenarono di fronte ai problemi di budget di Weiss, che di lì a poco si ritrovò a suonare negli stessi locali da dove era partito. Weiss, che probabilmente ha una volontà di ferro, è riuscito a riassemblare la band e a renderla sicuramente più forte con l’innesto di Brad Richard alla chitarra, Robinson al basso e Marty Rosamond alle percussioni. Con questo nuovo assetto i Weed Patch sono entrati in studio con l’ottimo produttore Seth Rothschild (già con i Gingersol) e sotto la sua guida hanno inciso Some Kinda Happy. Il disco, all’ascolto, si svela affascinante nei suoi tratti musicali e sorprende per le ottime liriche che arrivano a citare Queen Jane Approximately di Bob Dylan nella eccellente Rising Shining. Ciò che però risalta sin da subito è la capacità di Weiss di maneggiare tutte le sue passioni musicali dal Paisley Underground ai Grateful Dead di Workingman’s Dead, fino ai Big Star passando per le tendenze musicali del momento come i Wilco, che vengono evocati in più di un brano. Tra un brano e l’altro abbondano frammenti rumoristici, feedback e divagazioni sonore che si fanno più elaborate in brani come Ray Charles e Song For G dove splende tromba jazzy di Slim Zwerling. Il songwriting di Neal Weiss appare maturo e solido in più di un brano e trova il suo vertice sia nella title-track che apre il disco sia nella conclusiva Where the Day Takes Me, degna del miglior Ryan Adams con tanto di pedal steel in bella evidenza. Interessanti sono anche i brani più leggeri come Sweet Thing, vibrante di spirito pop-rock o la solidissima Technicolor, dove un muro di chitarre punk regge una linea melodica di ottima fattura che si svela in un refrain irresistibile. Neal Weiss con i suoi Weed Patch ha messo insieme un disco di ottima fattura, se riuscirà a tenere fede alle promesse, prima o poi sentiremo parlare di lui ad alti livelli, diversamente tornerà da dove è venuto.
Salvatore Esposito
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Track list
1. Some Kinda Happy
2. Crooked Mile
3. Rising Shining
4. Sweet Thing
5. Ray Charles
6. Song For G (Get To Heaven)
7. Tomorrow
8. St. Christopher
9. Technicolor
10. Where The Day Takes Me
11. Some Kinda Velvet
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