Limitless undying Love which shines around me like a million suns, it calls me on and on across the universe…
C’erano anni dove cambiare il mondo sembrava possibile, quando l’amore era veramente libero e la droga serviva soprattutto ad acquisire nuove percezioni, dove le nuove conoscenze non facevano paura e dove la musica pop voleva dire Beatles e non paccottiglia preconfezionata.
Nostalgici di tutto il mondo unitevi. Questa celebrazione degli anni ’60 è quello che fa per voi.
Nella struttura del film la regista Julie Taymor fa la scelta più semplice e allo stesso tempo efficace. Sceglie una trama oggettivamente banale e la arricchisce poi sotto tutti i piani.
L’inglese Jude (Jim Sturgess) parte da Liverpool per ricercare il padre negli States, là viene trascinato dall’anticonformismo giovanile di Max (Joe Anderson) e finisce con lui una New York ad alto tasso psichedelico in un periodo che va dal 1965 al 1968. L’intreccio si completa con l’amore che inevitabilmente sboccia per Lucy (Evan Rachel Wood) sorella dello stesso Max.
Nel mezzo ovviamente amore libero, cannabis, acidi, guerra in Vietnam e proteste per la pace.
Lo sviluppo è lineare e molto semplice, ma già dalle prime scene ci si rende conto che questa fiaba moderna è la base che tiene in piedi una struttura affascinante fatta di colori ed ovviamente suoni.
La fotografia è spettacolare, non solo per i colori alterati degli effetti psichedelici, che hanno comunque il loro fascino, ma soprattutto per l’utilizzo sapiente degli effetti computerizzati che permettono di collegare un mondo di attori reali con un universo artificiale che rende perfettamente una dimensione onirica non sempre positiva.
La colonna sonora non ha bisogno di presentazioni o giri di parole, risulta ben scelta e la storia del resto ruota intorno ad essa. Spiccano assenze eccellenti (Yesterday, Penny Lane, Here Comes The Sun), ma la qualità dei brani selezionati è alta, merito della bravura degli attori, che come in un musical cantano di persona i pezzi, e degli arrangiamenti che creano delle vere e proprie cover, dallo splendido gospel di Let It Be alla furia rock di I Am The Walrus o Come Together.
Si può infine discutere su quale genere cinematografico racchiuda a pieno l’opera di Julie Taymor. La vicinanza al musical è evidente e si può affermare che, anche come somiglianza dei temi trattati, Hair di Milos Forman sia il primo collegamento che sorge naturale. Tuttavia rispetto alle tante opere rock contemporanee, Across The Universe si distingue per i molti dialoghi. Da questo punto di vista, anche se unicamente come costruzione del binomio parlato-cantato la vicinanza è più a Quadrophenia di Franc Roddam, che era a sua volta basato sull’opera degli Who.
In conclusione per tutti i nostalgici e gli amanti dei Beatles, questo film rappresenta una splendida occasione per lasciare da parte i problemi della contemporaneità e farsi trascinare dal flusso positivo costruito da certe semplici idee. Non sta scritto da nessuna parte che per sognare ci si debba tuffare nel passato remoto di qualche mondo parallelo, può bastare anche il passato prossimo, con buona pace dei revisionisti storici e dei disincantati.
Matteo Vannacci
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Track List
1. Girl
2. Helter Skelter
3. Hold Me Tight
4. All My Loving
5. I Want to Hold Your Hand
6. With a Little Help from My Friends
7. It Won't Be Long
8. I've Just Seen a Face
9. Let It Be
10. Come Together
11. Why Don't We Do It in the Road?
12. If I Fell
13. I Want You (She's So Heavy)
14. Dear Prudence
15. Flying
16. Blue Jay Way
17. I Am the Walrus
18. Being for the Benefit of Mr. Kite!
19. Because
20. Something
21. Oh! Darling
22. Strawberry Fields Forever
23. Revolution
24. While My Guitar Gently Weeps
25. Across the Universe
26. Happiness Is a Warm Gun
27. A Day in the Life
28. Blackbird
29. Hey Jude
30. Don't Let Me Down
31. All You Need is Love
32. She Loves You
33. Lucy in the Sky with Diamonds |