Fantastic recordings of the “Orchestra 013” directed by Piero Piccioni, later composer of beautiful movie soundtracks,perfectly restored arrive us from the forties,in the final years of World War II when Italy was divided by the Germans in the north, americans coming from south and the swing era was beginning after the fall of the fascist regime.
Tutto iniziò da una bella piazza romana, piazza dell'Esedra, dove si affaccia la magnifica Santa Maria degli Angeli e dove, come se diavolo e acquasanta confermassero la loro inscindibilità, si affacciano storici bar con orchestra all'aperto e molte belle signore da sempre accompagnano chi si perde verso...una pensione lì nei pressi. E' esattamente in questa situazione, con in più la guerra,la fame, la distruzione e la povertà di un paese sconfitto, di una città bombardata, ma pur sempre "città aperta" che nasce un'orchestra dalla vita breve, ma fondamentale per il ritorno dei jazzisti italiani alla luce dopo una clandestinità trascorsa facendo gli orchestrali e tenendo ben nascosta la passione per il ritmo rivoluzionario che arrivava dall'America. Quelle serate romane precludevano al successo di un allora ventiduenne musicista e direttore d'orchestra: Piero Piccioni, figlio di Attilio futuro ministro degli esteri con De Gasperi.
Il ragazzo era deciso a suonare la sua musica, pur presentandola come "musica sincopata", all'Eiar ottenne diverse possibilità di suonare dal vivo e nel 1944 con gli americani alle porte il pubblico e la radio (divisa come il paese,a nord quella ancora di regime e più a sud quella ispirata dagli americani e realizzata da grandi professionisti italiani) erano pronti a dare spazio al nuovo ritmo che le jeep americane portavano con sè. Lo spazio fisico fu la storica sala A di via Asiago, sede della radio, dove l'orchestra 013 suonò le canzoni che troviamo in questo cd, preziosa documentazione di come in realtà il jazz in Italia fosse già ben conosciuto e metabolizzato e avesse tra i suoi seguaci molti virtuosi dello strumento e della composizione. Citiamo i nomi del trombettista Stelio Subelli,autore e co leader dell'orchestra e quello del pianista Bruno Martino,allora giovanissimo sfollato dal quartiere San Lorenzo, rimasto orfano che per guadagnare qualcosa di giorno lavora al ministero dell'aereonautica. Il giovane Martino dimostra immediatamente le sue doti improvvisative ed autoriali diventando fondamentale nell'orchestra nonostante una iniziale diffidenza da parte di Piccioni che preferiva musicisti più strutturati e di rapida lettura. Martino avrebbe negli anni successivi scritto canzoni rimaste nella storia del jazz come "Estate".
Da sottolineare in questa operazione il restauro delle fonti originali che erano i cosiddetti “dischi a pronta stampa” o addirittura una audiocassetta Philips C60 di proprietà di Subelli o vecchi nastri dell’Eiar.
Storia di musica, di guerra e ristrettezze quella della 013 che in questo cd esegue standards e composizioni proprie con uno swing invidiabile e una correttezza formale dimostrata dal futuro che attendeva diversi dei musicisti dell'orchestra in seguito apprezzati artisti del nostro panorama musicale. In appendice al disco troviamo tre bonus tracks tratte dalla trasmissione "Piccolo concerto jazz" condotta da Adriano Mazzoletti in cui a ventitrè anni dallo scioglimento dell'orchestra il trombettista Stelio Subelli alla guida di un quartetto composto da Antonello Vannucchi al piano, Carlo Loffredo al contrabbasso e un giovane Bruno Biriaco alla batteria ricorda quegli anni, difficili ma pieni di soddisfazioni e voglia di vivere nonostante tutto crollasse intorno a dei musicisti giovani e belli.
Alessandro Mannozzi
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Track List
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