Various Artists: I'm Not There, Original Soundtrack
2CD
(Columbia/ Sony)
www.bobdylan.com

Soudtrack of the Todd Haynes’ movie, I’m Not There is a wonderful collection of Bob Dylan cover songs. Recorded with a base band, The Million Dollar Bashes, this album features wonderful cover versions by John Doe, Willie Nelson, Richie Heavens, Eddie Vedder, Sonic Youth, and many others. Some of these tracks are not included in the movie.

Su I’m Not There si è scritto tantissimo ma ciò che importa precisare è che il valore di questo film non è solo strettamente cinematografico (poco importa se nelle sale italiane il film sia andato maluccio) ma anche e sopratutto musicale grazie alla splendida colonna sonora pubblicata di recente. Così come il film è il risultato di diverse scelte coraggiose anche la colonna sonora ne condivide in pieno lo spirito, cercando di evitare luoghi comuni e soprattutto non concedendo niente a quella che si può definire l’immagine standardizzata di Bob Dylan. Se No Direction Home di Martin Scorzese era accompagnato giustamente da inediti e brani dello stesso Dylan, I’m Not There vede protagonisti un foltissimo gruppo di musicisti alle prese con una splendida selezione di cover divise in due dischi. Curata da Randall Poster e Jim Dunbar, questa colonna sonora ha una particolarità di vedere sì presenti tanti artisti diversi, ma a loro supporto troviamo due “house band” ovvero i sempre eccellenti Calexico e The Million Dollar Bashes, una super band creata ad hoc formata da Lee Ranaldo e Steve Shelley dei Sonic Youth, Tom Verlaine, Tony Garner (band leader della Tour Band di Bob Dylan), Nels Cline, Smokey Hormel e John Medeski. Il risultato è una raccolta di trentatré cover per niente scontante, ma anzi di grandissima rilevanza a livello musicale, più a completare il quadro c’è ovviamente il brano di Bob Dylan che dà il titolo al film, fin ora inedito e parte delle Outtakes contenute nel mitico bootleg The Genuine Basement Tapes. Certamente qualcuno si sarà chiesto che senso aveva aggiungere l’ennesima variazione sul tema di All Along The Watchtower o di Knockin’ On Heaven’s Door, ma a sciogliere ogni perplessità basta ascoltare il disco. Come non restare impressionati dalla carica con la quale Eddie Vedder approccia All Along The Watchtower o dalla grazia con la quale Antony & The Johnsons eseguono Knockin’ On Heaven’s Door, o ancora dalla sensualità con cui Charlotte Gainsbourg colora Just Like A Woman. Oltre alla schiera di giovani, tra cui primeggiano certamente gli Hold Steady (Can I Please Crawl Out Your Windows?), Iron & Wine (Dark Eyes) e Cat Power (Stuck Inside Of Mobile With The Memphis Blues Again), ci sono anche alcuni grandi vecchi come Roger McGuinn con una luccinante versione tex-mex di One More Cup Of Coffie, Richie Havens che colora di country blues Tombstone Blues, Willie Nelso che si diverte con i Calexico in Señor, e l'immarcescibile Ramblin' Jack Elliott che rende in chiave folk Just Like Tom Thumb's Blues. Il meglio però arriva dai Los Lobos che giganteggiano con Billy 1, John Doe che prima si diverte con il gospel di Pressing On e poi regala una splendida I Dreamed I Saw St. Augustine e da Jim James dei My Morning Jacket che rende un capolavoro Going To Acapulco. In conclusione ciò che preme sottolineare è che questa colonna sonora è uno degli affreschi più dettagliati e completi della musica americana, allineando vecchie glorie del passato, certezze del presente e giovani sulla rampa di lancio. A fare tenere insieme la trama sono le canzoni di Dylan e lui stesso che in queste note emerge finalmente come grande architetto di quel misto esplosivo composto da rock e poesia che cambiato la storia della musica.

Salvatore Esposito