Qualcuno la conosce per le sue collaborazioni con Massive Attack, The Nextmen e The Quantic Soul Orchestra, ma è per la sua carriera da solista, che giunge con Pot of gold al quarto capitolo, che vale la pena di parlare di Alice Russel.
La musicista inglese, nell'epoca doro del nu-soul che ha visto emergere personaggi come Amy Winehouse, mette a segno un album energico, groovy, coinvolgente, che non rinuncia alla ballabilità e all'entusiasmo che hanno portato alla rinascita della musica soul ma che si tiene saldamente ancorato alla qualità musicale. Non sono postazioni da alta classifica che suggellano la credibilità di Alice Russel, ma un passaparola inarrestabile che corre di bocca in bocca nella scena dell'underground della musica soul inglese e che le ha valso, da bianca, paragoni con grandi interpreti della musica soul come Chaka Khan e Betty Davis. Nell'album c'è la cover di un brano popolare come Crazy di Gnarls Barkley. Il resto è una miscela di composizioni scoppiettanti, ballate frizzanti, deep soul che guarda ai modelli classici con rispetto ma senza temere il paragone, energico funk. Ci sono, insomma, tutti gli ingredienti per un ottimo album.
Giulia Nuti
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01. Turn and Run
02. Two Steps
03. Living the Life of a Dreamer
04. Let Us Be Loving
05. Got The Hunger?
06. Lights Went Out
07. Crazy
08. Hesitate
09. Universe
10. Hurry On Now
11. All Alone
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