Funky tales, funky listening
George Duke è un tastierista di lungo corso, tanto da avere ispirato un buon numero di musicisti che hanno scelto il funky come mezzo di espressione. E d’altra parte anche questo ultimo Dukey Treats è un album che sin dalle prime note mostra che dal funky non si scappa. Può essere un pregio o anche un limite per chi con il genere ha poca confidenza. I ritmi non sono necessariamente veloci, e quelli lenti sono strettamente imparentati con soul e rhytm'n'blues. E forse sono questi a dare il valore aggiunto a questo album gradevole ma la cui reiterazione melodica in alcuni brani può risultare non gradita a un primo ascolta. Il brano che dà il titolo al disco ne è un esempio: con inserti vocali e soprattutto strumentali che contribuiscono a renderlo interessante (alle percussioni c'è una vecchia conoscenza come Sheila E, mentre è da apprezzare anche il lavoro al basso di Byron Miller). O la bella ballata Listen Baby dove la voce dai toni alti di Duke dialoga con la tromba di Michael "Patches” Stewart mentre colpisce il virtuosismo tastieristico di Somebody Laid It On Us. Ci sono anche due elementi interessanti: quello dell’impegno nel brano Sudan e dell’ironia con il parlato di A Fonk Tail. Un disco che sarà imperdibile per gli amanti del genere e che forse potrà conquistare altri ascoltatori mossi da curiosità.
Michele Manzotti
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1. Everyday Hero
2. I Tried To Tell You
3. A Fonk Tail
4. Dukey Treats
5. Listen Baby
6. Mercy
7. Somebody Laid It On Us
8. Creepin' (Ghoulie Remix)
9. Right On Time
10. Sudan
11. Are You Ready
12. Images Of Us
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