Alle spalle del terzo album del cantautore rock londinese Luke Jackson, che mancava da sette anni dal mercato discografico dopo il suo secondo lavoro “Momentum”, c'è la storia di sette anni di corrispondenza con il bassista Maguns Börjeston (Beagle, Favorita, Cardigans), culminata nell'incontro dei due e nella partecipazione di quest'ultimo all'album. Registrato in analogico presso l'Aereosol Grey Machine, studio situato nel sud della Svezia, l'album mixa l'ispirazione della natia Inghilterra con il fresco contributo dei musicisti svedesi che vi hanno preso parte. E' un solare mix di pop cantautorale con aperture melodiche, brani stile pub rock e qualche brano che verrebbe voglia di cantare in coro.
Sul fronte più orecchiabile spiccano canzoni come Come Tomorrow e Goodbye London, semplici e accattivanti, a cui fanno da contraltare brani più intimi come A little voice e All I can do, per i quali Luke si è avvalso della prestigiosa collaborazione di Robert Kirby (arrangiatore di Nick Drake, Strawbs, Costello, Linda Thompson e molti altri), che ha arrangiato e diretto la sezione archi. Album semplice, nel senso di una scrittura e realizzazione senza troppe pretese che arriva diritta all'ascoltatore, ma ben fatto.
Giulia Nuti
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