In the same mood of Strokes, Kings Of Leon, Wolfmother and Libertines, The Blakes are a power trio from Seattle that mix rock from 70s with a punk attitude. The result is a good album with an intense powerful energy.
La scena rock attuale è sempre in fermento e laddove Strokes, Kings Of Leon, Wolfmother e Libertines sembrano aver scavato un solco profondo cominciano a sbocciare piccoli replicanti come i Blakes, power trio di Seattle con un attitudine a mescolare rock anni settanta e accenti punk. Il risultato è Stop Go, un disco di tutto rispetto che rimescola le carte in tavola partendo dai gruppi già citati per finire ad uno stile in cui di originale c’è una potenza espressiva che se in futuro verrà messa meglio a fuoco darà certamente i frutti sperati. A tratti non siamo molto lontani da spudorate copiature, ma i Blakes, sembrano saperci fare e laddove non riescono con l’originalità ci arrivano con un pizzico di furbizia sfoggiando spunti melodici a tratti sorprendenti arrivando anche a strizzare l’occhio ai Beatles. I tredici brani del disco sono tutti molto orecchiabili e dimostrano di avere potenzialità radiofriendly maggiori rispetto ad esempio agli Strokes, ai quali in Modern Man sembrano volersi ispirare a tutti i costi. Importanti per la riuscita del disco sono senza dubbio le varie partecipazioni di musicisti come Lyle Workman, Chris Bruce e Joel Shearer alle chitarre, Ramy Antoun alla batteria, Sarah O'Brien alla viola e Brett Simons al basso, ma non va dimenticata anche la bravura degli stessi Blakes e il loro forte background musicale che spazia da Hank Williams e Brian Wilson fino a toccare i Kinks e i Who, segno evidente che nel loro sangue il rock scorre davvero. Per il futuro basterà solo convogliare meglio le energie senza perdere tempo ad emulare il successo di altre band.
Salvatore Esposito
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Two Times
Don't Bother Me
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