.

John Mayer – Battle Studies

( Sony / Columbia Records )

http://www.johnmayer.com/

The american rock-wonder John Mayer comes back with his fourth studio album: more intimist and melodic, but less bluesy and rock. A brilliant pop-rock acoustic record, for sure a breaking chart work!Good but too much polite!

Quarto disco in studio per John Mayer, uno fra i più promettenti giovani protagonisti della musica rock americana. Dopo i successi decretati da vendite, critica e illustri colleghi, Mayer sceglie ( o sarebbe meglio dire è portato a scegliere...) di tornare prepotentemente al pop-rock più melodico e intimista di inizio carriera.
E' assodato che il nostro ha sempre sguazzato con gioia e profitto nel mondo musicale ( e non solo...) del mainstream americano, intrecciato di gossip, marketing e immagine. Dopo un ottimo disco di originale blues e soul popolare, il precedente Continuum, Battle Studies si presenta come una super-produzione pop-rock.
Ascoltando il disco si comprende immediatamente il magistrale lavoro di arrangiamento, produzione e ottimizzazione del potenziale di Mayer: il cd trasuda di melodie efficacissime, ispirate a molte icone di riferimento dell'autore: da i Coldplay di Chris Martin oppure Sting , o ancora tutto il filone pop-rock americano anni 90', di nomi come Counting Crows.
I brani sono tutti molto curati nelle sonorità e nella struttura armonica: c'è davvero poco spazio al retaggio più veracemente blues di Mayer ( al massimo qualche breve solo alla Allmann brothers o vagamente “ Gilmouriano “ ).
I brani sono spesso pensati in maniera modulare, in un continuo e abilissimo mascheramento ed ammicammento a questo genere, piuttosto che ad un altro.
Il tutto, doveroso ribadirlo, filtrato comunque a partire da una formula pop-rock molto melodica, compostissima ed spesso acustica.
Se è vero che spesso il melodismo di Mayer può risultare fastidioso, perché gratuitamente melanconico, smaccatamente ruffiano e radiofonico, bisogna dar merito alla capacità del giovane del Connecticut di riuscire a sfornare melodie ed armonie terribilmente efficaci e anche molto belle.
Il potenziale di fascinazione sentimentale di questo album non è assolutamente da sottovalutare. Come già detto però, c'è purtroppo ben poco di rock o blues sanguigno in questo lavoro, esclusi un paio di pezzi: Perfectly lonely, con qualchè eco degli Eagles, e la cover di Crossroads sulla falsa riga dei Cream di Eric Clapton. Definirlo un brutto disco sarebbe un ingiustizia, ma credere di poterci trovare del rock o del blues sarebbe un azzardo.

Lorenzo Davani

1-Heartbreak warfare
2-All we ever do is say goodbye
3-Half of my heart
4-Who says
5-Perfectly lonely
6-Assassin
7-Crossroads
8-War of my life
9-Edge of desire
10-Do you know me
11-Friends, lovers or nothing

tutte le recensioni

Home - Il Popolo del Blues

NEWSLETTER

.
.
eXTReMe Tracker