Influenced by bossanova to folk music, End Of Smith is John Pinamonti's fifth album.
Già in passato ci siamo occupati di John Pinamonti, folksinger di base a Brooklyn e ci piace tornare ad occuparcene per parlare del suo nuovo album, End Of Smith. Il suo storyteller denso di poesia urbana, in cui immagini della sua New York si confondono a momenti intimisti di grande intensità, sono gli ingredienti che immancabilmente compaiono nei suoi dischi e questo nuovo album ne amplifica i tratti più letterari con qualche divagazione verso sonorità nuove come la bossanova. Il disco, inciso con la partecipazione di Rod Hohl (chitarre), Steve Goulding (batteria) e Andy Burton (piano), presenta undici brani di ottima fattura che mescolano spaccati di quotidianità come nel caso della title track e di Spaceman Blues a brani che toccano tematiche di denuncia sociale come Subprime Blues sulla crisi monetaria internazione, It Wasn't the Rain dedicata a New Orleans, 300mm Man in cui canta il dolore dell’immigrazione ed in fine San Marino, in cui si parla della condizione delle carceri. Il tutto è contornato da eleganti arrangiamenti che diventano più grintosi nel caso di The Burrow e Dreamland. Insomma End Of Smith conferma il talento di John Pinamonti e ci regala undici brani di spessore che ci danno per un attimo l’illusione di avere di fronte un nuovo John Prine.
Salvatore Esposito
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End of Smith
It Wasn\'t the Rain
Eye On You
The Burrow
Spaceman Blues
San Marino
Mean to Me
Subprime Blues
Use Me For Parts
300mm Man
Dreamland
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