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Campo di marte, Concerto zero live 1972 –2003





Fiorentini di nascita ma oggi cittadini del mondo il nome del gruppo rock Campo di Marte resterà indelebilmente legato per i lettori toscani alla più bella stagione del rock progressivo dei primi settanta e al suo locale per eccellenza, lo Space Electronic di Firenze. Sorta di super gruppo che comprendeva membri dei Sensation’s Fix, Califfi, Spettri e molto altro la formazione era il frutto dello sforzo musicale del chitarrista Enrico de Rosa che a trent’anni di distanza riesuma il gruppo con uno dei due batteristi di allora, quel Mauro Sarti nato con i black angels e gli Spettri ma assurto a maggior notorietà con il gruppo rock & roll Dennis & the Jets. Il Campo di Marte di oggi, complice l’etichetta BTF, specializzata in ristampe ( Biglietto per l’Inferno, Jumbo ) non l’ombra di un passato lontano ma ancora il risultato dello stile riconoscibile di De Rosa il quale, lontano dall’Italia da un pò di anni, si è ricreato un proprio “campo di marte “ in Nord Europa. Il cd, doppio, appena pubblicato, contiene una lunga suite di trenta minuti, registrata dal vivo allo Space Electronic, rimasta inedita. Grazie ad essa la formazione ebbe accesso alla casa discografica United Artsts( che pubblicò il loro unico rarissimo album ), mentre il secondo cd contiene le registrazioni effettuate nell’estate 2003 in Toscana ( il gruppo si esibì preso lo on the road festival di Pelago ). Il primo dei due cd, quello di trenta anni fa, è ingenuo e pieno di energia e freschezza, il secondo cd è il frutto di uno studio sul progressive da parte del chitarrista che ha saputo cogliere lo spirito della band di allora riproponendolo oggi. In questo secondo, e nuovo per contenuti, dischetto tutto è al proprio posto e l’alchemia non manca. E? necessario però fare una riflessione; Il progressive è un genere invero strano se suonato da adulti: i testi sono contenutisticamente scandalosi, le parti musicali forzate da impervi cambi armonici e ritmici che fanno a volte sorridere se ne esce fuori solo se dotati di attitudine, grande maestria e padronanza tecnica, autorevolezza e un certo aplomb che al fondatore del Campo di Marte non manca. Mauro Sarti dimostra qui di essere un bravo batterista, più a suo agio con questo repertorio che con altri, e il resto del gruppo, a partire da un’altra gloria fiorentina, il bassista Maurilio Rossi già dei Goad, e i due danesi, il bravo tastierista Alexander Matin Sass e Eva Rosa, moglie di Enrico, fanno il resto. In definitiva una dimostrazione di vitalità da parte di De Rosa e di capacità di saper “tenere “ e gestire il genere. Controindicazioni ? una sola ma importante : mancano, nelle session realizzate intorno Firenze nel 2003, Richard Ursillo e Carlo felice Marcovecchio; essi erano ( e ci si augura che ancora siano ) due grandi musicisti dotati di una visione personale e precisa che apportavano sempre qualcosa di personale alla musica che suonavano così come, se pur in forma minore, lo stesso si deve dire del tastierista Alfredo Barducci. Ci sembra quindi importante che se di Campo di Marte si tratta la copertina avrebbe dovuto riportare per le sedute di oggi la seguente dicitura: Enrico De Rosa ‘s Campo di Marte.

Ernesto de Pascale

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