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Nektar, Journey to the centre of the eye ( Eclectic)
A Tab in the Ocean (Eclectic )
Remember The Future ( Eclectic)
Recycled ( Eclectic )
www.eclecticdiscs.com
Nativi inglesi ma trapiantati presto in Germania, i Nektar si aggiudicano di diritto un loro posto nella storia del Kraut Rock. IL successo per loro arrivò infatti molto più dalla Germania che dalla loro terra d’origine, dove, fatta eccezione per un limitato ma affezionato gruppo di sostenitori, non raccolsero mai grandi consensi. L’etichetta Eclectic intraprende oggi un antologico percorso di ristampa dei loro album, con nuove masterizzazioni, bonus tracks e l’impiego delle più moderne tecnologie come il SACD.
E’ il caso del loro album d’esordio, Journey to the centre of the eye, che nell’ultima ristampa permette l’ascolto sia sui tradizionali lettori cd nel classico formato audio sia sui lettori SACD. Journey to The centre of Eye è un concept costruito attorno ad un racconto fantascientifico che esprime dissenso nei confronti delle armi nucleari. Il progressive psichedelico e i suoni sintetici che caratterizzano questo disco si liberano in brani prevalentemente strumentali che qua e là lasciano spazio a qualche accenno di canzone, stravolto dopo poche battute da un’ondata di effetti e frequenze. Quello dei Nektar non è un suono delicato, anche se nelle brevi parentesi più scritte si intravede una certa cura per le melodie. L’approccio agli strumenti elettrici è a volte quasi rumoristico.
Il secondo capitolo della storia dei Nektar, A Tab in the Ocean, è un disco dai ritmi più sostenuti ma meno effettistico e dal sound meno aggressivo. Si apre con una lunga suite omonima all’album alla quale seguono altre tre tracce. Si avverte l’influenza di gruppi come gli Yes, il cui stile viene però rivisitato attraverso un sound che è costantemente meno etereo. Compaiono in Desolation Valley vaghi accenni di blues, a conferma del fatto che quella di impostare i brani sull’impatto strumentale non è per i Nektar una limitazione ma una scelta (contrariamente ad alcuni album di progressive di impronta diversa dove ci si affida a lunghi assoli e improvvisazioni per coprire minuti di musica). Non che in questo disco non ci siano parti libere, ma c’è sempre un certo prestabilito accordo tra le voci (batteria, chitarra, tastiere che si muovono non solo sulla logica di “groove libero e assolo”, ma anche in modo unitario). Perché l’album procurasse ai Nektar fortuna anche oltre oceano si dovette attendere il 1976, anno della ristampa americana con differente missaggio. L’attuale ristampa Eclectic propone entrambi i mix, uno dopo l’altro, offrendo la possibilità di coglierne analogie e differenze.
Nel periodo fino al 1976, nel frattempo, i Nektar avevano già registrato Remember The Future ai Chipping Norton Studios in Inghilterra, l’album che li fece conoscere in America e che si aggiudicò in Germania il titolo di disco dell’anno ( anche questo disco, lunga suite della durata di due facciate, è ristampato oggi su Hybrid SACD dall’Eclectic con bonus tracks). I Nektar avevano anche aperto per Frank Zappa nel suo tour europeo di presentazione di Overnite Sensation, registrato un altro album dal titolo Down To Earth e portato a termine il loro primo tour negli Stati Uniti.
E’ proprio in occasione di questo tour che conobbero l’ospite d’eccezione del loro disco di studio successivo, Recycled, ovvero Larry Fast. Fast aveva lavorato con Robert Moog e suonò il sintetizzatore sull’album (in particolare su Marvellous Moses). Ancora durante le session il sintetizzatore polifonico non era disponibile, ma i Nektar sarebbero presto diventati la prima band a usarne uno dal vivo. Questa volta siamo di fronte ad un disco più melodico e con maggiore mass appeal, con suoni più distesi e con più canzoni, con attitudine epica ma non troppo drammatica. Alla base dell’album un concept ecologista decisamente avanti con i tempi: l’impatto con la massa di contenitori usa e getta a cui si trovarono davanti negli Stati Uniti, mai vista prima in Europa, li spinse a riflettere su come il mondo avrebbe mai potuto smaltirli col passare degli anni, da cui l’idea di promuovere il riciclaggio. Un messaggio decisamente ancora attuale.
Giulia Nuti
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