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Antonio Moresco, Canti del Caos
Feltrinelli,2001, pp.393, euro 17,00.

Antonio Moresco, Canti del Caos (seconda parte)
Rizzoli, 2003, pp.406, euro 16,00.



Dopo avere letto anche una sola pagina di Antonio Moresco potreste cadere nell’errore di immaginarlo come un nuovo estroverso personaggio della società dello spettacolo, un giovane leone spavaldo, compiaciuto del proprio indiscutibile talento, lanciato alla scalata del successo letterario. Uno scrittore furbo che non ha paura di creare scandalo, capace di offendere i lettori con ogni tipo di descrizione sessuale, teso a scatenare polemiche e rifiuti portando lo strumento letterario ai limiti del non-senso e della violenza espressiva. Errore. Moresco è un signore coltissimo, non più troppo giovane (ma neppure decrepito, intendiamoci) dai modi riservati e molto discreti.
Incontrandolo di persona si fa un po’ fatica a credere che sia stato proprio questo intellettuale silenzioso, problematico - e per niente amante della sovraesposizione mediatica - a creare libri magmatici, vere esplosioni di narrazione schizofrenica in cui le voci dei protagonisti e le vicende si intrecciano a perdifiato, disegnando trame cervellotiche, crudeli e grottesche, capaci però di raccontarci qualcosa di profondo che si nasconde al fondo società italiana contemporanea.
Un malessere costante attraversa le sue pagine popolate da personaggi emblematici – il Gatto, la Musa, il Matto – inquietanti perché in modo esasperato ripropongono ossessioni ben conosciute. La trasformazione del sesso a dimensione psichica che mescola il valore di merce di scambio e lo splendore del successo pubblico, il totale assorbimento del lavoro quotidiano dentro una prospettiva demenziale di asservimento a ritmi produttivi del tutto alienanti, la perdita di senso dell’individuo dentro la chiacchiera infinita di ogni mezzo di comunicazione di massa. Il frammentarsi dell’esistenza in tanti singoli miti di consumo. Temi oggi centrali in molte opere letterarie che vogliano scandagliare il paesaggio mentale contemporaneo. Moresco ha il pregio di costruire le sue complesse opere-mondo in maniera del tutto originale, con il coraggio di portare fino in fondo la propria visione artistica. Anche al costo di produrre pagine difficili, talvolta oscure, in alcuni casi perfino irritanti. Ma almeno il suo sforzo non è plastificato, non segue le ultimissime mode, non regala al lettore una merce preconfezionata secondo i gusti degli uffici stampa. Insomma: i suoi corposi volumi potranno non piacervi ma lasceranno di certo un segno nella vostra mente.
Raccontare le trame create da Antonio Moresco è impossibile. Ma voglio aiutarvi con un accostamento musicale. Se devo indicare la colonna sonora più appropriata da abbinare alla lettura, scelgo le undici canzoni contenute in Fear of music dei Talking Heads. Adesso vi sarà certo tutto più chiaro.

Stefano Loria




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