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Nick Drake, Made to Love Magic
(Universal)
Ogni qual volta si nomina Nick Drake ci pare di aver dimenticato qualche cosa, ci sembra che il tempo passi troppo velocemente e non ci si dedichi abbastanza alla sua musica “made to love magic“.
Ed è con questo titolo che la Universal pubblica una raccolta di 13 canzoni (una inedita, 6 nuovi mix, 2 con nuove parti d’archi, una nuova versione di una canzone con il percussionista Reebop, due registrazioni negli anni formativi di Cambridge) che non lascerà a bocca asciutta il fan né il neofita ma, soprattutto, non farà parlare di sé come una bufala per acchiappacetrulli.
“Made to love magic“ è un altro piccolo tassello del mosaico irrisolto che si chiama Nick Drake. Parlare di lui può voler dire riempirsi la bocca di parole che se non ben calibrate possono sembrare fuori posto e le più belle sono del compianto giornalista Ian McDonald che nel suo libro “People’s Music“ (Pimlico, 2003) ben sintetizzava il perchè la musica di Drake è destinata a restare nel tempo tentando di giustificare la morte di quello come compendio alla suo imminente suicidio per depressione. Mc Donald azzardava che canzoni come “river man“ e “way to blue“ hanno la capacità di riconnetterci a quella parte di noi che la vita che facciamo ci ha eroso. In un mondo che, secondo Nick, già all’epoca andava troppo veloce per accoglierlo, melanconia e gioia si declinavano a vicenda nel tempo di una sola canzone come accade in “i was made to love Magic “ e in “Northern Sky“ (“i’ve never felt magic as crazy as this“). Nonostante che la depressione negli ultimi due anni di vita di Drake avesse preso il sopravvento il chitarrista Richard Thompson che lavorò con Nick in “Five Leaves Left” e “Bryter Later“ ricorda “…lunghi momenti di silenzio ma non oppressivi. Con Nick c’era poco che potevi dire con le parole e che non avresti potuto dire con la chitarra in mano…”). Come scrive l’autore in “Hazey Jane II” “If songs were lines / in a conversation / the situation will be fine“.
Questo “made love to love magic“ ci permetterà di risuonare a lungo i suoi grandi album, di farci sentire meno soli o come Drake affermava in una sua canzone "uno scampolo di qualcosa che ci ha preceduti“.
Ernesto de Pascale
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