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Ensemble Modern plays Frank Zappa
Greggery Peccary & Other Persuasions

Rca-Bmg





Chissà come se la starà ridendo da lassù Frank Zappa! Un musicista ormai diventato classico in tutti i sensi, con lo “sdoganamento” tra gli autori di musica colta ormai da tempo. Un elemento già evidenziato in molte delle tracce del secondo tributo discografico de Il Popolo del Blues, ma che nel caso trattato in questa sede è assolutamente preponderante. Ensemble Modern plays Frank Zappa è infatti una produzione dai molti marchi illustri: quello della Rca Red Seal-Bmg e della Westdeutsche Rundfunk di Colonia, che ha al suo attivo molte contribuzioni a dischi importanti di musica colta. Questo Cd non fa eccezione in quanto a "colto" ed è uno dei migliori viatici per apprezzare l'opera del musicista di Baltimora scomparso da più di dieci anni. Una produzione che inoltre ha la "benedizione" della vedova Zappa Gail, che ne ha anche compilato le note illustrative. L'Ensemble Modern ha infatti collaborato a suo tempo con Zappa, un sodalizio nato nel 1991 con lo sviluppo strumentale delle composizioni zappiane per tastiera elettronica. Il musicista americano negli ultimi anni della sua vita era molto attratto dalle possibilità di questo strumento, uno dei primi computerizzati, che permetteva lo sviluppo di pezzi complessi. Furono proprio i  musicisti dell'Ensemble, la cui sede è a Francoforte sul Meno, a rendere possibile la fruizione dei brani al pubblico. L'attività si è sviluppata negli anni fino a concepire un concerto espressamente dedicato a Zappa che ebbe la sua prima esecuzione nel 2000 e che tra le varie tappe toccò anche Bologna. Fortunatamente questo spettacolo è stato inciso e ha come momento più significativo The Adventures of Greggery Peccary, un vero e proprio esempio di teatro da camera del novecento, genere inaugurato dall’Histoire du Soldat di Igor Stravinskij. Un  lavoro (da Studio Tan) che comprende varie anime dell’universo zappiano ma che è assolutamente valorizzato dalla scrittura orchestrale (a cura di Ali N.Askin, come per il resto dei brani del disco)  che sostiene il testo dal carattere picaresco. Bello anche ascoltarsi il classico Peaches en Ragalia (da Hot Rats) o The Beltway Bandits. Ma sostanzialmente tutto l’album regala un approccio giusto, doveroso e originale a un musicista indimenticato. Complimenti a tutti gli esecutori, ben diretti da Jonathan Stockhammer.

Michele Manzotti



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