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Geoff Muldaur’s Futuristic Ensemble, Private Astronomy
(Deutsche Grammophon)




A vision of the music of Bix Beiderbecke

È uno straordinario tuffo nella musica degli anni venti che lascia con il fiato sospeso questo tributo di Geoff Muldaur alla musica di Bix Beiderbecke, musica che per la triste e breve vita del suo autore non ha mai avuto modo di dare i frutti che aveva la piena possibilità di dare. Beiderbecke, nato agli inizi dello scorso secolo sulle rive del Missisipi, è stato un musicista di straordinario talento e rara capacita di improvvisazione.Pur animato da grande passione per la musica, non ha mai avuto la costanza di imparare a leggerla. Ha vissuto sempre ostacolato dalla famiglia, che non ha mai accettato la sua carriera di musicista, fino a morire rovinato dall’alcol all’età di soli 28 anni. Dei suoi pochi ani di attività ci restano però, oltre alle registrazioni di alcuni dei suoi memorabili assoli, piccole perle compositive per pianoforte come quelle che Muldaur è andato a riscoprire in questo album. Il progetto di rivisitare la musica di Beiderbecke maturava nella testa di Muldaur già dagli anni Ottanta, fino a concretizzarsi in una straordinaria operazione di arrangiamento dei brani per complesso cameristico. Nel più totale rispetto della musica degli anni venti, l’organico vanta soprattutto fiati, violino, pianoforte e voci, e fa leva su un perfetto gioco di armonizzazione e omogeneità tra le parti. Quella di Muldaur non solo è un’opera di tributo, ma un vero e proprio filologico viaggio indietro nel tempo alla riscoperta sia della musica di Beiderbecke, sia dell’atmosfera nella quale il musicista è vissuto. Il memorabile assolo di Futuristic Rhythm viene mantenuto, meticolosamente trascritto e riarrangiato per volino e fiati in base alle esigenze dell’ensemble. Ulteriori note di merito sono la produzione, a firma Joe Boyd ( produttore di Fairport Convention, Albion Band, Nick Drake, Pink Floyd nonché tra i fondatori dell’UFO club a Londra, tempio dell’underground londinese nei ‘60) e l’etichetta discografica, la prestigiosa Deutsche Grammophon, celebre per le pubblicazioni di musica classica. Private Astronomy non è soltanto un disco di Jazz ma un album che attinge molto alla classica, alla quale lo stesso Beiderbecke si ispirò studiando i dischi di autori come Stravinsky, Debussy, Ravel. E soprattutto è un album che richiede perizia tecnica nella realizzazione, nell’arrangiamento, nell’esecuzione. Un lavoro che stupirà coloro che sono soliti ascoltare questo genere di musica e che impiegheranno poco a rendersi conto della levatura del progetto, ma che saprà istintivamente emozionare anche chi per la prima volta si avvicina a questo tipo di sonorità .

Giulia Nuti



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