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Anthony and the Johnsons Sarzana
5/05/2005
www.antonyandthejohnsons.com/
La presenza italiana di Anthony , cantautore newyorkese dalla voce profonda fresco della pubblicazione del suo secondo album, “I’m a bird now” (Rebis Music), non poteva che destare l’attenzione di appassionati e curiosi. Scoperto da Lou Reed, che non si è astenuto dallo spendere sempre belle parole per lui, ha partecipato all’album the Raven e poi al conseguente tour, che ha fatto tappa anche in Italia. Non tutti lo hanno notato in quella occasione, ma con queste premesse il nome del personaggio è cresciuto in breve tempo e l’album “I’m a bird now” ha avuto un buon riscontro anche in Europa, così che le date italiane sono state l’occasione per tutti coloro che lo avevano visto con Lou e ne erano rimasti positivamente colpiti per vederlo da solista, e per tutti gli altri per saperne di più su l’Anthony che avevano piacevolmente conosciuto attraverso l’album. Locale pieno quindi e pubblico interessato fin dall’inizio. Anthony è un personaggio timido, movenze femmine e voce calda, sul palco parla poco e si dedica prevalentemente alla musica. Ad accompagnarlo ci sono i Johnsons, band che sa bene tornire la sua musica con il sound di un “quasi quartetto d’archi” (manca la viola) e arrangiamenti calibrati e mai prepotenti. Nello stile di Anthony c’è tanto di Tim Buckley, anche se la spontanea genialità di Buckley resta un colosso con cui è difficile paragonarsi. Anthony è un talento che ancora ha bisogno di affinarsi, manca qualche scaltrezza del mestiere come la capacità di variare, pur conservando il proprio stile, all’interno del repertorio, elemento di cui alla lunga sui accusa la carenza. Ma il talento al cantautore non manca, né la capacità di scrivere belle canzoni e neanche la possibilità di costruire intorno a sé , con l’alone glam che lo circonda, un personaggio che funzioni. Lou Reed ci ha visto giusto. Adesso aspettiamo solo di seguirlo nei suoi prossimi passi, magari con un prossimo album, per scoprire se Anthony ha davvero una marcia in più da sfoderare.
Giulia Nuti
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