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PIAZZA BLUES 2005 * XVII Edizione.
Il test della sfortuna sta sulla copertina di “Born Under A Bad Sign” di Albert King. Lì si capisce che il numero sfortunato nel Blues è il 13. Fortunatamente. Piazza Blues ha già superato la tredicesima edizione e la diciassettesima non incute alcun timore scaramantico. Però, nel dubbio che, magari, qualche scintilla di malasorte sfugga al controllo della cabala, gli organizzatori si sono premuniti ingaggiando per il gig più importante un musicista che di amuleti, scongiuri e vecchie tradizioni voodoo se ne intende alla grande. A chiudere Piazza Blues 2005 e a fare da ombrello a tutte le eventuali avversità connesse al numero 17, ci penserà Dr. John Mc Rebennack. Clausola contrattuale imposta al pianista è stata la partecipazione al festival ticinese, al fianco della band, di tutte quelle mezze deità di New Orleans a più diretto contatto con CHI decide che gli eventi vadano in un certo modo. Dr. John ha assicurato il pieno appoggio di Marie Laveau e Papà la Bas. In più ha rivelato che il suono quella sera sarà talmente festoso che CHI decide non potrà esimersi dal preservare il proprio divertimento durante la fatidica sera di sabato 25 giugno 2005. Prima di Dr. John si esibirà il chitarrista di Washington D.C., Tom Principato, e prima ancora, ad un’ora più consona alla veneranda età dell’ospite, Pinetop Perkins, accompagnato dalla Steady Rollin’ Band di Bob Margolin con Willie “Big Eyes” Smith alla batteria. A Pinetop Perkins l’organizzazione attribuirà “Premio alla Carriera”, proseguendo un fil rouge che ha incluso nelle due precedenti edizioni David “Honeboy” Edwards e Sam Myers. I premi alla carriera, generalmente, suggeriscono una vaga idea di tramonto artistico, ma mettersi nelle orecchie l’ ultimo cd “Ladies Man” fa sorgere qualche dubbio sull’inevitabile “sundown”. “Big Fat Mama” e “Pinetop New Bolgie Woogie” contengono tanta velocità e frenesia da grattarsi la testa sul tema della veneranda età. Procedendo a ritroso nel programma, venerdì 24 giugno si esiberanno in successione: Big Bill Morganfield, John Lee Hooker Jr. e Little Milton. Gli intenti degli organizzatori per quanto riguarda i primi due sono evidenti: una specie di omaggio contestuale ai padri e la verifica, attraverso nobili rampolli, di dove il blues si stia spostando partendo, una volta tanto, da riferimenti certi come Muddy Waters e John Lee Hooker. Little Milton, invece, non ha il benchè minimo bisogno di presentazioni. Il suo nuovo cd “Think Of Me” lo presenta in splendida forma a contemplare la propria chitarra ed, insieme, il Mississippi. Little Milton a Piazza Blues è già passato nel 1999, ma sono ancora tutti lì ad aspettarlo alla stazione ferroviaria con i cartelli di benvenuto. In nottata, nell'afterhour previsto nella “sede sociale” del Piazza Blues, il Grotto Pasinetti di Gorduno, dall'una di notte alle cinque si esibirà quella che, a detta di molti, è la miglior blues band italiana, la miglior soul-blues revue della penisola, messa lì apposta perchè prima c'è Little Milton: la Oracle King Band. Chi conosce i soggetti sa già che tipo di sabba tireranno fino a mattina. Chi non li conosce, sarebbe meglio si desse una scossa e s'aggiornasse. Giovedì 23 giugno saranno due veterani del blues inglese e del blues coast-to-coast americano a menere le danze: Paul Lamb and The Kingsnake e Sonny Rhodes, mentre Mercoledì 22 giugno, in Piazza a Giubiasco, tradizionalmente oramai palcoscenico d'apertura del festival, suoneranno la Morb Blues Band che accompagnerà l'ennesimo talento nero-americano, Brenda White ed Eugenio Finardi, impegnato a promuovere il suo cd “Anima Blues”. Nonostante chi scrive sia un rigoroso appassionato di sonorità tradizionalmente e tragicamente blues, la curiosità maggiore, la maggiore attenzione critica è proprio rivolta al cantautore milanese, in veste insolita. Chissa perchè mi aspetto qualcosa che si avvicini a David Johansen accompagnato dagli Harry Smith's. Di meno non mi accontento.
Buon Festival
Marco Ballestracci
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