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Stace England - Greetings from Cairo, Ill.
(GNashville Sounds)
www.staceengland.com
The concept album Greetings From Cairo, Ill is the second Stace England work. Stace dedicate this album to his city, Cairo, Illionis and with a good root music and blues he narrate the story of this city with people, place and historic events.
Stace England è un avventuroso cantautore dell’Illinois con una discreta carriera alle spalle in band roots come House Afire e Tecumseh; dopo il debutto solista del 1998, approda oggi con Greetings From Cairo, Ill al suo secondo lavoro. Il disco è un ambizioso concept-album dedicato interamente alla travagliata storia della sua città, Cairo, Illinois e ai motivi secondo i quali pur avendo le capacità non è riuscita a svilupparsi e a rivaleggiare con le città vicine. Ciò che colpisce sin da subito è il fatto che alle storie raccontate nel corso degli undici brani si accompagna una varietà di generi musicali alla cui base risiede una struttura prettamente blues e roots, quasi i due elementi viaggiassero di pari passo. Per rendere meglio in termini di sound tale caratteristica del disco, Stace, si è fatto aiutare in studio da band locali e dai suoi musicisti il chitarrista e bassista Jimmy Salatino e il batterista Charlie Morrill e da alcuni ospiti speciali come Jason Ringenberger e la corista Julie Sommer. L’apertura del disco è affidata ad un brano tradizionale dato 1858, Goin' Down To Cairo, cantata a cappella dal Littleb Egypt Barbershop Chorus, e assolutamente perfetta per immergerci nell’ambientazione particolarissima di questo disco. Segue poi lo scheletrico blues acustico Cairo Blues, di Henry Spalding risalente al 1929, le cui liriche assai violente dipingono perfettamente la situazione di questa città in quel perido. Un passo indietro si fa poi con Grant Slept Here, che racconta le vicende del generale Ulysses Grant che trascorse a Cairo cinque mesi nella guerra di Secessione seguita da una bella scia di brani roots come The North Starts In Cairo, Far From The Tree e White Hats spezzata dall’irruzione del funky blues di Jesse Comin'To Town in cui brilla una bella sezione di fiati perfettamente in linea con il testo che racconta la visita a Cairo di Jesse Jackson. Qualche eco di Steve Earle fa capo nella vibrante accusa Buy My Votes, che senza peli sulla lingua denuncia i brogli elettorali alle primarie del 2000, o nella triste e rassegnata Prosperity Train. Il finale è di alta intensità con Can't We All Get Along con l’hammond eccellente di Matt Workman in gran spolvero. A rendere ancor più interessante questo disco c’è il dettagliatissimo booklet che lo accompagna arricchito da approfondite note di copertina con una bella dose di aneddoti e storie raccontati direttamente da Stace, il tutto ovviamente è condito da una bellissima raccolta di foto d’epoca e da commenti sui vari brani. L’unica nota negativa di questo disco è che probabilmente resterà un opera senza sbocco sul grande pubblico, a volte i progetti minori possono svelare sorprese inaspettate. Cercatelo.
Salvatore Esposito
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