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Subsonica - Terrestre
(Virgin)



Changes for one of the most important italian band. From electronic music to a more rock oriented production.

I fan della band torinese ricorderanno quest’album come quello dei cambiamenti, due in particolare: il primo riguarda il passaggio ad una major (la Virgin per l’esattezza) dalla precedente Mescal; il secondo, e sicuramente quello più importante, il taglio decisamente più rock che spiazza coloro che si erano abituati a considerarli un gruppo vicino alle sonorità prima del trip-hop ed della drum’n bass , in seguito a quelle dell’house.
Ed è soprattutto questo secondo aspetto che rende Terrestre un album ambiguo: non è in discussione infatti la volontà di trovare un suono più maturo, allo stesso tempo rinnovato e magari più attuale; la produzione dal punto di vista strettamente tecnico è eccellente, ed in fondo l’anima del gruppo non è stata del tutto snaturata, anche se a volte alcune scelte sembrano un po’ forzate (prima tra tutte una tendenza al progressive che compare qua e la tra i brani). Ambiguo perché con quest’album sembrano volersi imporre in un panorama, quello del rock “alterativo”, che già era abbastanza affollato da Afterhours e Marlene Kuntz, e nel quale difficilmente riuscirebbero a spiccare avendo una diversa carriera alle spalle. Le chitarre di Casacci e company non suonano così interessanti quanto la formula che li aveva portati al successo, e lo stesso vale per le ritmiche, le linee vocali o gli arrangiamenti elettronci. I testi poco aggiungono a quanto già detto in passato, risentono di un pessimismo un po’ troppo scontato e gratuito; può sembrare una provocazione azzardata, ma qua la parola dolore suona fin troppo simile alla rima facile cuore-amore di cui tanto (ed in parte giustamente) viene accusata la musica italiana.
Qualche momento interessante resta, come ad esempio l’assolo di batteria su Gasolina, un misto tra un assolo jazz e l’elettronica di Aphex Twin; peccato sia parte di quella canzone, sarebbe stato sufficiente e bastante da solo.
I Subsonica sono una delle realtà più importanti della musica italiana, il ruolo che ricoprono è indubbio. Ci aspettavamo un cambiamento e l’abbiamo avuto; si rimane però non del tutto soddisfatti: forse ci aspettavamo di più.

Dimitri Berti

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