Patti Smith’s last poems collection, Auguries of innocence: once more her lyrics are an unique blend containing angels and demons,spotless visions and
scratches.
New York,1971. Al Max Kansas’ City Richard Sohl incontra Patti Smith da poco arrivata nella Grande Mela e che presentandosi afferma “sono una poetessa”.Gli anni che ne sono seguiti hanno fatto di lei una r’n’r star e un’icona dell’underground, senza scalfire minimamente la sua anima poetica. Anzi. Come non ricordare la sua presenza a innumerevoli readings alla St. Mark’s Church, fino all’ultima lettura nel marzo scorso presso lo storico auditorium Cooper Union per la sua nuova raccolta Auguries of innocence.Patti Smith ha sempre considerato la poesia come antefatto imprescindibile in ogni sua attività artistica. Poesia, rock e militanza sono indissolubilmente legate per Patti Smith, che proprio al reading alla Cooper Union ha dichiarato: “il r’n’r è l’arte della gente… ho sentito davvero quanto fosse la voce delle radici culturali che permea il regno dell’arte, della politica e della poesia...”
Auguries of innocence,Presagi di innocenza,è la straordinaria testimonianza dell’ultima scrittura poetica di Patti Smith.Dai tempi della bellissima raccolta Babel (1978) questa poesia si è in parte allontanata dal tono graffiante e diretto,spezzato e sconnesso,’punk’ nella forma e nella sostanza.Almeno all’apparenza si tratta qui di una poesia più ‘composta’,all’interno della quale le immagini ricorrono a una simbologia martellante più che a un groviglio di sensazioni e frammenti narrativi.Presagi di innocenza è per la Smith anche un irrinunciabile collegamento ad una certa tradizione americana: il suo tribute si compie passando per Blake e Lovecraft (espressamente dichiarati) o per le suggestioni provenienti da Jim Carroll e dalla Plath.Questo scarto dalle raccolte precedenti racconta quanto Patti Smith non sia rimasta ingabbiata nel facile manierismo del proprio stile e come la sua poesia accompagni un’evoluzione senza scarti.
E’ stato osservato che in Presagi di innocenza troviamo una Patti Smith più intimista e ‘romantica’,ma è vero anche che non ha abbandonato la sua voce originale provocatoria e sciamanica,tanto misticheggiante quanto profondamente anarchica.La sua è rimasta una scrittura dotata di forza visionaria,popolata di angeli e demoni e con la presenza insostituibile di altri artisti o degli affetti a lei più cari primo fra tutti il mai dimenticato Fred ‘Sonic’ Smith,al quale è dedicata la suggestiva ‘Eve of all saints’.Così non mancano di fare la loro comparsa personaggi che hanno amplificato l’immaginario di Patti Smith(poco importa se sono tanto lontani per tempi e luoghi) come Diane Arbus,Raffaello Sanzio e August Sander.Infine,in Presagi di innocenza non sono assenti i controversi eventi del nostro presente,richiamati attraverso i loro scenari dolorosamente sospesi :l’Iraq della bellissima ‘Birds of Iraq’ o la Libia di ‘Desert chorus’.
Con Presagi di innocenza Patti Smith ci consegna ancora una scrittura in grado di raffigurare il caos,quella ‘babele’ in cui siamo calati e di cui la poesia è un’inconfutabile chiave di lettura…..’la poesia è un intreccio/la poesia è una collezione di parole/uno strano supporto concentrico/è impossibile identificarla o sfigurarla’.
Elisabetta Beneforti
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