Another great night with the last of the rockstars

Ormai più famoso in Europa, che nei nativi States, Elliott Murphy è uno dei cantautori più dotati come performer, tra quelli che abitualmente calcano i palchi della nostra penisola e il concerto tenutosi il 22 aprile nella splendida cornice del Chiostro di Santa Maria La Nova a Napoli, lo ha confermato a pieno. Se qualcuno ben informato si attendeva un concerto di blues puro, dato il recente disco Murphy Gets Muddy, si è dovuto ricredere infatti, dopo un inizio in duo acustico in compagnia del solo Olivier Durand, con la band al completo Elliott Murphy si è lanciato nel più classico dei rock ‘n’ roll show.


Certo i brani blues non sono mancati, su tutte una strabordante Thrill Is Gone dal repertorio di B.B.King con Durand autore di un lungo assolo killer, ma il meglio del meglio è arrivato da perle come 40 Days Forty Nights, dalla dilaniana Highway 61 con tanto di parole mangiucchiate qua e là, e dalle sempre emozionanti Green River e Open City. Sul palco Elliott ha sin da subito stabilito un ottimo rapporto con il foltissimo pubblico napoletano, proponendo con la sua classica ironia, diversi intermezzi ironici, ma soprattutto è riuscito da metà concerto in poi a far stare tutti in piedi per seguirlo sotto al palco nelle sue scorribande rock, facendo letteralmente impazzire tutti per l’immancabile inno personale Last Of The Rockstar.


Ecco allora un finale maestoso con una toccante I’m On Fire di Bruce Springsteen, e poi via via in medley Twist And Shout, Gloria di Van Morrison e Rock ‘n’ Roll Women degli Stones. Per i bis invece si torna al blues con i classici Babe Please Don’t Go e Mojo Workin’ dal repertorio di Muddy Waters. Se il partito delle ultime rockstar in giro dovesse avere un presidente quello dovrebbe essere Elliott Murphy.

Salvatore Esposito
Foto di Salvatore Esposito