. Susan Tedeschi

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Susan Tedeschi
Castel San Pietro Terme
28 maggio 2006



L’inospitale Palasport in cui si svolge la decima edizione del festival ‘In Blues’ è stato riascaldato a dovere da Alvin Youngblood e dai suoi Muscle Theory a furor di hard blues potente quando Susan Tedeschi fa il suo timido ingresso sul palco. E’ la sua prima data in Italia ed è palpabile la sua emozione. Susan si presenta sul palco con un vestito di lino nero che la fa sembrare una studente americana in vacanza in Italia; è timida, e quando parla ha un timbro di voce acuto e stridulo che ben si accompagna al marcato accento sudista. Imbraccia la chitarra, controlla che sia accordata e che il suono sia ok; un’occhiata al resto della band e si parte con ‘You Can Make It If You Try’ dal repertorio di Sly & The Family Stone e d’improvviso riconosciamo la sua voce, forte, sicura, così difficile da abbinare alla persona che sta cantando.


Susan Tedeschi canta con l’esperienza di una grande cantante soul e R&B; nel sua voce è possibile avvertire tutto il suo amore per la grande tradizione americana che passa dal blues (stupenda la sua versione di ‘Little By Little’), dal sound della Motown (Stevie Wonder, Four Tops, per citare alcuni dei grandi interpreti omaggiati nel corso delle due ore del concerto), dal folk americano (Bob Dylan) e dal rock. In lei convivono armoniosamente il rispetto, doveroso, nei confronti della tradizione e dei maestri e la freschezza unita la potenza espressiva della sua voce. Sentirla cantare ‘Evidence’ o la toccante ‘Lord, Protect My Child’ , vedere quanta partecipazione mette nella sua performance toglie ogni possibile dubbio riguardo alla sua reale, potente passione, una passione che è sottolineata anche dalla mimica, dalle smorfie con cui Susan scandisce il suo concerto e dalla ricerca costante dello sguardo dei suoi musicisti, che le sorridono anche quando le sue dita non si fermano sulle corde giuste della sua chitarra o che si lasciano strappare un sorriso o un smaccato “oh Yeah” alla fine di un suo solo.

Il concerto di stasera è fatto di musica vissuta, prima interiormente e poi offerta al pubblico che è rapito dalla performance della cantante chitarrista. Poco importa se non tutto è filato liscio, esecutivamente parlando, con la sezione ritmica non sempre all’altezza della situazione a dispetto di un tastierista strepitoso sui tasti e nell’arte di intrattenere il pubblico e di un sassofonista che in più di un solo ha fato sentire il peso dell’esperienza.

Jacopo Meille


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