Hair In My Eyes Like A Highland Steer is the fourth Corb Lund’s album. He comes from Alberta, Canada and this album confirms the good quality of his songwriting that shares influences from canadian songwriting to Nashville folk and country-blues.

Già vincitore di numerosi riconoscimenti per il suo Five Dollar Bill (su tutti uno Juno Awards, l’equivalente canadese dei Grammy), Corb Lund, è un altro interessante songwriter della sempre più sorprendentemente attiva scena musicale canadese. Il suo nuovo album, Hair In My Eyes Like A Highland Steer, vede il sempre attentissimo Harry Stinson (già con Dead Reckoners, Steve Earle, Lyle Lovett) alla produzione e un bel numero di musicisti al suo seguito tra cui vale la pena citare l’ottimo chitarrista Kenny Vaughn, il violinista Stuart Duncan e Scotty Sanders alla pedal steel. Il disco seppur avaro di grandi intuizioni, si snoda tra folk ballad, talkin’ blues, country ballad e svisate elettriche in una piacevole successione. Ad aprire il disco è la title track che con la slide di Grant Siemens in bella evidenza ci riporta ad alcune atmosfere vicine ai più recenti lavori di Colin Linden con l’aggiunta del violino di Stuart Duncan e uno yodeling finale abbastanza ironico. Seguono poi il talkin blues acustico The Truck Got Stuck, la swingante Always Keep An Edge On Your Knife con il piano di Gordon Mote in bella evidenza e il bel duetto con Ian Tyson su The Rodeo’s Over. Riusciti sono l’inno Hurtin’Albertan, che rappresenta il suo gruppo omonimo che lo accompagna in alcuni brani e di cui Corb è El Presidente come riporta il booklet, il jazz trasversale di Big Butch Bass Bull Fidale, e un divertente talkin’ sul gioco delle carte All I Wanna Do Is Play Cards. Sul finale arriva qualche gustosa sorprese in più con lo slow blues di The Truth Comes Out che apre ad un trittico rovente con Counterfeiters' Blues, Good Copenhagen e Trouble In The Country. Chiudono il disco Little Foothills Heaven e il gradevole duetto con Ramblin' Jack Elliott su una riproposta del talkin blues The Truck Got Stuck. Nulla di nuovo, ma attenzione, Corb Lund, è uno che sa ben giocare con le radici, ascoltare per credere proprio il duetto finale con Ramblin’ Jack Elliott, un episodio di altri tempi.

Salvatore Esposito