All the Duke’s guitars and even another one more

Duke Robillard è un altro di quegli artisti che, onore al merito, sa cadere sempre in piedi. E’ un chitarrista veramente dotato di tecnica e buon gusto e – il recensore ne è certo – possiede da qualche parte una lista infinita di progetti che prima o poi realizzerà, soprattutto nei momenti di stanca della ristretta blues community mondiale, “Groove-o-rama” è uno di questi progetti, un album di 14 brani ( 77 minuti ) che hanno il compito di mostrare ai suoi fans le influenze passate, presenti, guardando avanti e sperimentando.
Robillard che è un tipo molto preciso e sistematico ha pensato di specificare così, brano per brano, non solo lo stile e la formazione ma le chitarre usate, spostando l’accento su una sorta di parata di strumenti e tecniche diverse. Duke è uno che sa il fatto suo, vero, ma nel disco non aspettatevi di trovare niente di nuovo. Visto la natura del progetto ci pare doveroso aggiungere che il disco gira meglio quando è solo strumentale e l’enfasi davvero sul groove e sugli strumenti piuttosto che nei brani cantati, dove qualcosa si va inevitabilmente perdendo per strada, lasciando l’ascoltatore appassionato, ma non fanatico di blues a tutti i costi, con molti interrogativi sul significato di questo album da parte del chitarrista della prima formazione dei Roomful of Blues, che ci pare viva ancora un po’ di una antica rendita mai rinnovata fino in fodno.

Ernesto de Pascale