Tenth album on rounder records for Irma Thomas. A good one but nothing in comparison to Candi Staton’s “His Hands”. Very retronuovish deep Soul Music
Che colpa ne ha la grande Irma Thomas se il suo ultimo album, “After The Rain “ arriva un attimo dopo quel capolavoro di Candi Staton che è “His Hands “. Che colpa ne ha l’interprete originale di “Time Is On My Side”, diventata immortale subito dopo averla ascoltata dalla cantante di New Orleans dai giovanissimi capelloni inglesi dal nome Rolling Stones, se non ha al suo fianco un team bianco, giovane, inglese, dalle chiare idee di orizzonti audio ?
Nessuna colpa, a Irma in fin dei conti bastano le canzoni e “after The Rain “è pieno di bei brani ben scelti dallo svengali della Rounder records, Scott Billington, l’etichetta che segue appassionatamente la carriera di Irma da dieci album ormai.
Scelte la canzoni di Doc Pomus(“ I count the Tears”), Arthur Alexander(“In the middle of it all”), Blind willie Johnson ( “Soul of a man “) ed aumentatele equamente da blues e brani originali per il suo 65esimo compleano Irma Thomas si è concessa un disco che passasse in rassegna l’american songwriting della miglior categoria ma non aveva fatto i conti con quel discone che è “His Hands” di candi staton e che si muove in campi artistici non dissimili.
Certo anche qui ci sono le perle come una bela versione di “Don’t make a pallet on your floor” o la conclusiva “ Shelter in the rain “ un brano di Steve Wonder, ma rispetto all’idea sonora di “His Hands”, “After the rain “ è solo un buon disco. Manca una visione al disco di Irma Thomas, quella visione che ci fa pensare il disco della sua contendente ed amica Candi come una nuova raggiunta della buona cara vecchia Southern Soul Music che, nel caso di Irma Thomas, resta solo musica buona cara ma vecchia.
Erensto de Pascale
|
Track list
|