After two independent releases, The Golden Age Of Radio (2002) and Hello Starling (2003), the Idaho native songwriter, Josh Ritter debuts on V2 with a great album, titled The Animal Years. He shows a interesting talent as a composer.

Josh Ritter, ha un magnetismo e un talento naturale tali da rapire anche gli ascoltatori casuali, e questo lo si era notato negli appassionanti ascolti del disco di debutto The Golden Age Of Radio del 2002 e del successivo Hello Starling del 2003, entrambi pubblicati nel circuito delle indipendenti. Dopo aver fatto da spalla a Damien Rice e sull’onda del successo della ristampa per il mercato inglese del disco di esordio, Ritter debutta su V2 con The Animal Years, un disco di grande spessore artistico realizzato con la produzione di Brain Deck dei Califone (già con Iron & Wine, Jim Roll e Chris Mills). Ciò che emerge da questo suo terzo disco è sicuramente un dato importante, il ventinovenne dell’Idaho non era una meteora o un songwriter da indie label ma piuttosto una sicura promessa. Bene, la promessa è stata mantenuta. A farla da padrone come sempre sono le ballads narrative, di cui Ritter è saggio interprete e in questo senso vanno citate la bella Lillian, Good Man e Wolves ma di non maninor valore sono il folk di Best For The Best e la spoken ballad Thin Blue Flame, un brano recitativo di impostazione quasi teatrale supportato da un arrangiamento in climax davvero sorprendente. Tra i brani più intensi meritano una citazione, inoltre la pianistica Here At The Right Time, con la voce di Ritter in bella evidenza, e il blues autobiografico di Idaho, che ci riconduce al Bob Dylan di Freewheelin’. The Animal Years, è dunque un nuovo capitolo di una vicenda artistica che non ha mancato di appassionare anche tanti addetti ai lavori, ma senza dubbio rappresenta solo una tappa di un percorso artistico rigoroso, che in futuro condurrà Ritter, verso altri dischi di qualità.

Salvatore Esposito