. Panic! at the disco – A fever you can’t sweat out
Panic! at the disco – A fever you can’t sweat out
(Fueled by ramen/Dacaydance)
www.panicatthedisco.com

High quality teen pop from Las Vegas

Il teen pop è un fenomeno che in qualche modo ha sempre attratto la discografia, dalle boy band per il grande pubblico ai ragazzini prodigio determinati a farcela a tutti i costi. Con una formazione a quattro dove il più grande ha 19 anni, forse i Panic! At the disco non sono ragazzi prodigio, ma di certo sembrano determinati a farcela a tutti i costi. Nativi di Las Vegas, i ragazzi hanno litigato con le famiglie, interrotto le carriere scolastiche, lasciato l’appena intrapreso college e cambiato città a costo finire il loro primo disco. E visto il risultato, ne è valsa la pena. A Fever you can’t sweat out è un bel disco, energetico e graffiante, che unisce una marcata vena pop a rock, glam e chitarre ruggenti e filtra il tutto attraverso lo spirito spontaneo dei componenti. Il gruppo dimostra talento sia nella scrittura musicale sia nella scrittura dei testi. Volendo evitare di pubblicare una sfilza di brani tutti uguali, il gruppo ha deciso di dividere idealmente l’album in due metà, la prima più pop, futuristica e carica di batterie elettroniche mentre la seconda più nostalgica e tradizionale. La storia di questo disco è iniziata con due brani registrati in casa e mandati via internet a Pete Wentz dei Fall Out Boy, che se ne è innamorato e ha deciso di far firmare il gruppo come prima band per la sua etichetta. Mixando le esigenze di un prodotto abbastanza pop con buon gusto e un background indie, i ragazzi e il team di produzione sono riusciti a mettere sul mercato un album che ha gli standard di un prodotto mainstream, ma decisamente una buona qualità musicale.

Giulia Nuti

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