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LIVE
Jesse Sykes
Bush Hall, London 10 maggio 2007
Fino a poco tempo fa faceva la cameriera in un bar di Seattle. Fortunatamente qualcuno si è accorto di lei, tanto da poter contare su un’etichetta europea. Una circostanza favorevole, perché Jesse Sykes, cantante e autrice dello stato di Washington che oggi vive in California, è riuscita ad emergere più facilmente rispetto agli sforzi che avrebbe dovuto fare in un paese immenso geograficamente e musicalmente come gli Stati Uniti. Eppure, come ha dimostrato il suo album Like Love Lust (dell'etichetta francese Fargo, già recensito su questo sito nell’aprile 2007), Jesse Sykes ha saputo trovare un proprio suono, uno stile che prende il meglio di ciò che è stato in passato nella musica americana, per arrivare a una sintesi personale. Merito delle sue canzoni, ovviamente. Ma anche merito di un percorso musicale costruito insieme al suo chitarrista e compagno di vita Phil Wandsher, musicista autentico, già con i Whiskeytown gruppo di alternative country, e giusto punto di riferimento per valorizzare brani di grande ispirazione melodica.
Un esame superato anche nelle esibizioni dal vivo. Alla Bush Hall di Londra, aria da vecchio salone delle feste, erano 200 persone ad ascoltarla, in una sera dove la concorrenza era agguerritissima (Los Lobos, un tributo a Syd Barrett con Kevin Ayers e Robyn Hitchcock, il progetto di Nik Turner, ex-Hawkind, Inner Cuty Unit, tanto per citare solo tre appuntamenti). Ma tutti hanno partecipato in un religioso silenzio a un rito musicale di grande rigore che permette di presentare al meglio le belle canzoni. Che sono tante; nel giro di 75 minuti Jesse Sykes presenta una selezione dei tre dischi fatti finora (Oh My Girl e Reckless Burning, oltre a quello già citato e che ha come sottotitolo The open Halls of the Soul) ma con particolare predilezione per gli ultimi brani. A partire da L.L.L. (la sigla di Like Love Lust) dove troviamo gli echi dei cantautori psichedelici degli anni '70 a Morning it Comes che sembra uscita dalla penna di Neil Young nell’attacco, ma con uno sviluppo centrale molto complesso, alla suadente The Air is Thin, tipica ballata dove la melodia interagisce con il testo, secondo uno schema caro a grandi autrici come Joni Mitchell. La voce di Jesse è calda, intensa, ben sorretta da uno stile chitarristico semplice ed efficace. La band, chiamata The Sweet Herafter, segue uno schema preciso. Wandsher è un animale da palcoscenico che sa premere sull'acceleratore senza sbandare: gli assoli non sono mai pacchiani e le sonorità forti non creano distorsioni. Il bassista Bill Herzog spesso suona melodie che sembrano fatte dal contrabbasso con l'archetto per poi tornare repentinamente a un accompagnamento preciso ed essenziale. Così come è ordinato il compito del percussionista Eric Eagle. La Sykes è molto concentrata sull’esibizione, sulla chitarra, sul guardare i musicisti che suonano con lei. E’ una che non ammicca al pubblico anche se potrebbe contare sulla bella presenza. Da un punto di vista compositivo potrà fare sicuramente di più, ma senza dubbio è già una realtà. Chi ama la musica americana e il cantautorato di qualità non può fare a meno di conoscerla.
Michele Manzotti
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