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Rickie Lee Jones
Viper Theatre, Campi Bisenzio, Firenze 13.05/2007

Solo quattro anni fa Rickie Lee Jones non avrebbe neanche degnato di uno sguardo le sessanta anime accorse - alcune anche da molto lontano - al Viper di Campi Bisenzio, un blocco di cemento senza personalità alla periferia nord di Firenze che programma un po’ di tutto senza sosta.
Oggi, grazie alla ritrovata fiducia in se stessa e alla vicinanza del suo Personal Jesus, Lee Cantelon ispiratore con un suo libro di “Sermon on Exposition Boulevard“, la Jones è invece addirittura in grado di ringraziare lei noi e regalarci uno spettacolo che ricorderemo a lungo.
Sono centocinquanta minuti di emotività allo stato puro questa sera, poco a che vedere con il suo passato - ripercorso in poche canzoni, “Chuck E‘s in love”, ”Last Chance Texaco”, “Danny All Star Joint“, quasi sempre le più vecchie suonate da sola - molto a che vedere con il suo presente e la sua stabilità mentale.
Tutto è un po’ più esasperato che su disco ma estremamente compatibile alla personalità un po’ conquassata di Rickie Lee Jones. Immaginate i Velvet Underground quaranta anni dopo, baciati dal sole dell’Oceano in vacanza da una vita sul Santa Monica Boulevard, che colorano le canzoni della cantautrice con puntigliosa e certosina attenzione ai vuoti e ai silenzi e senza spingere. Il risultato assomiglierà tremendamente a ciò che abbiamo visto - e chi ha i visto gli showcase a SXSW ad Austin ha fatto notare la mancanza di chitarrista rumorista che ci invita ad immaginare - con alcuni brani cantati con vera disperazione (“Nobody Knows My Name”) altri venuti meglio (la straordinaria “I Was There” che sembrava non finire mai) ed altri ancora che ci ricordano i fasti di una volta (“Elvis Cadillac”).
Simply Fantastic.
Ernesto de Pascale
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