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CAREY BELL: IL TESTAMENTO DI UN MAESTRO DELL’ARMONICA BLUES

Carey & Lurrie Bell – “Gettin’ up”
DVD DELMARK 791

Purtroppo per la famiglia Bell, la pubblicazione di questo lavoro uscito in doppia veste DVD/Cd coincide con un periodo di situazioni tragiche. All’inizio dell’anno in corso è prematuramente scomparsa Susan Greenberg, amata moglie di Lurrie, mentre il mese di Maggio ha segnato la dipartita del capostipite Carey. Per i numerosi appassionati sparsi in tutto il mondo, il ricordo di queste persone è affidato alla poesia del blues ed in questa particolare occasione, a quella delle immagini. Le riprese raccontano di tre esibizioni fatte a Chicago durante il luglio e l’ottobre del 2006. I primi sei pezzi vengono selezionati dalla loro performance tenuta al Rosas’Lounge.
Carey Bell arriva a Chicago dalla sua residenza di Charlotte, North Carolina in compagnia del chitarrista Scott Cable dopo una permanenza in ospedale lunga quattro settimane. Nonostante le premesse, l’anziano armonicista che si esibisce a sedere, appare in buona forma. Lurrie d’altro canto appare in grande spolvero. Preciso dal punto di vista ritmico, puntuale e fantasioso negli interventi solisti. Dopo anni di tormento, appare un musicista ritrovato, unico degno erede alla corte dell’insuperabile Buddy Guy. Si inizia con la pulsante “What my mama told me” e si termina con “I’m a fool”. In mezzo spazio a “Gettin’ up”, “Baby please don’t go”, “Bell’back” e la classica “Hard to leave you alone”. Gran parte della riuscita del concerto lo si deve all’ eccezionale sezione ritmica nelle mani del monumento Bob Stroger e dello statuario batterista Brian “B” Jones. Ottimo il lavoro di cucitura del pianista Roosevelt Purifoy. Una nota per lo storico club Rosa’s. Pubblico delle grandi occasioni con numerosi addetti ai lavori fra i quali si intravede il produttore Bruce Iglauer. Per l’esibizione all’altrettanto famoso Buddy Guy’s Legend immortalata qualche mese dopo, cambiano i due quinti della formazione di supporto. Il basso e le bacchette sono ora di competenza di Joe Thomas e Kenny Smith. Buono il lavoro di accompagnamento di Scott Cable.
A mio avviso, la riproposizione fermatasi a solo quattro pezzi, appare meno incisiva della precedente. I brani pescano nel repertorio di Little Walter – “Leavin’ in the morning” e “Last night” e fanno da cornice ad una bella versione di “One day” e “Low down dirty shame”. La visione conferma lo stato di grazia di Lurrie Bell. Per finire la parte più emozionante. Padre e figlio si ritrovano sul divano di casa per una occasione informale. “Broke and hungry”, “When I get drunk” e “Short dress woman” velano di tristezza gli occhi di Carey. Lurrie interpreta con trasporto il vecchio gospel “Stand by me” davanti alla moglie Susan che tiene in braccio la dolcissima figlia Aria. Come ricorda Bill Dahl nelle note a corredo, l’esibizione è un tour de force con la voce strappata dal profondo dell’anima. Un trasporto emozionante che assume un significato particolare alla luce di quello che succederà a distanza di pochi mesi. Una testimonianza musicale di grande valore nella quotidianità normale del blues.

Fabrizio Berti

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